Possiamo pensare un inizio perchè esiste una fine- di Impronta Unica

Possiamo pensare un inizio perchè esiste una fine- di Impronta Unica

Politica
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A volte succedono cose impreviste, a volte si parte per insegnare la vita ma si impara a vivere, a volte si vuole "catturare un Dio per farne uno schiavo", a volte dimentichiamo chi siamo perché dimentichiamo le radici, a volte non siamo più niente perché distruggiamo un equilibrio, a volte la memoria si eclissa e compromettiamo il futuro.

Siamo stati educati ed abbiamo imparato, ma forse occorre “ri-educare” la nostra morale e “ri-imparare” a vivere. 

Il best seller "il Totem del lupo" da un po’ di giorni nelle sale col titolo "l'ultimo lupo" è diventato per noi di Impronta Unica un’occasione per approfondire temi importanti per qualsiasi società, perché sono capisaldi senza tempo. La storia racconta di una comunità che trova il suo equilibrio nel rispetto di un ecosistema fatto di diversi protagonisti dove ognuno non è importante per se stesso quanto per l’altro.

Ma l’uomo molto spesso non parametra le sue azione alle possibili conseguenze, e le conseguenze ricadono sempre sui posteri. Ed il film del regista Annaud, opera travolgente e di estrema bellezza, ci consegna una comunità che perde l'anima nel preciso istante in cui viene spezzato l’ancestrale equilibrio con la natura per lasciare il sopravvento ad un falso progresso, ad un’assurda ideologia e all’avidità umana.

E’ un viaggio che appare così lontano sia geograficamente che temporalmente ma non è poi tanto distante da noi, anzi ha un’attualità ed una contingenza che ci è assolutamente prossima.
La nostra comunità, come tante altre comunità, è disgregata. Priva di qualsiasi forza e volontà di indignarsi. Priva di dignità. Abbiamo smarrito il senso della convivenza civile. Tutto è pervaso dall'egoismo, ma soprattutto dall'indifferenza. Il male che, giorno dopo giorno, ci sta uccidendo.

L'indifferenza di una comunità è la mancanza del senso di appartenenza. Non essere più un ingranaggio del meccanismo, non avere più un ruolo. Essere in un luogo ma non riuscire ad esprimersi, confrontarsi e dare un contributo alla crescita sociale, economica e culturale della propria comunità. Non sentirsi partecipe. Non sentirsi utile. 

L'indifferenza è spesso sinonimo di solitudine. Solitudine interiore. Trascorriamo le nostre giornate con gli occhi bassi, perché abbiamo trasformato un mezzo in un fine. Abbiamo perso “L'Agorà”. Abbiamo perso i sentimenti, le emozioni e l'indignazione, quella vera. Siamo diventati qualunquisti.

Si pensa solo a pretendere, come se tutto è dovuto. Ma chi ha detto che tutto è dovuto? 

Tutto ciò che ci viene dato deve essere restituito. Questo è un principio di madre natura. E su questo si fonda una vera comunità: io ricevo, io do!

Diritti e doveri: binomio indissolubile in uno stato di diritto. Battersi per i diritti, pretendere il rispetto delle regole. Una comunità che non rispetta le regole è una comunità senza futuro. Tutto ciò che la nostra comunità disconosce: non garantisce i diritti, ma allo stesso tempo garantisce l'anarchia.

Da dove ripartire? 

Noi riteniamo che bisogna ripartire dal sapere. Si riparte dalla scuola. La scuola deve essere il centro della ricostruzione della nostra comunità. Deve essere la nostra Agorà. E in questa nuova Agorà insegnanti, educatori, istituzioni e chiunque possa dare un contributo, saranno il cuore che dovrà pompare non solo sapere, ma soprattutto senso critico, spirito di appartenenza, amore per il bello. 

E' questa la vera rivoluzione. La rivoluzione delle menti: non più ostaggio dell'indifferenza, della solitudine e del qualunquismo, ma aperte, libere, con una gran voglia di confrontarsi con la realtà e rispetto a questa capaci di incidere.
E da questa rivoluzione dobbiamo costruire un nuovo modello di società, e non esiste modello che possa disconoscere il passato, così come non esiste modello credibile se questo non sa dettare il futuro.

Il modello di società che viviamo è fallito, così come hanno fallito i suoi sostenitori. Gli ultimi rappresentanti di questo modello sono custodi delegittimati, anacronistici, ultimo bagliore di un tramonto.

Perché ci sia un inizio ci deve essere una fine. E la fine è il fallimento di un sistema e di chi lo rappresenta nell’ultimo atto della sua esistenza.

La rivoluzione inizia oggi, perché la prima pietra è stata posata: la consapevolezza!

Gruppo Politico IMPRONTA UNICA


 

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