L'anno che se ne va? quello del ribaltone: fuori SD dentro UDC

L'anno che se ne va? quello del ribaltone: fuori SD dentro UDC

Politica
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Siamo al giro di boa per l’amministrazione di Biagio Sciortino benedetta dall’elettorato nel giugno del 2006. Tante cose sono cambiate da quel giorno. L'ultima appena quattro mesi fa: l'U.D.C. un partito che nelle ultime elezioni amministrative

aveva sostenuto il candidato del centro destra Enzo Gargano, si ritrova oggi in giunta, e con assessorati importanti a sostenere Biagio Sciortino, il sindaco che aveva aspramente combattuto sino all’altro ieri.

La sinistra ha gridato al tradimento dell’elettorato, Sciortino ha parlato della necessità di rafforzare la maggioranza, il Partito Democratico reduce dalle batoste elettorali si è adeguato.
E dire che l’anno era cominciato in maniera completamente diversa, con l’U.D.C. a scontrarsi e a votare in consiglio contro la volontà dell’amministrazione di respingere le pretese della famiglia Lo Iacono, proprietari dell’ex Poste, che avevano provocato il grido d’allarme della dr.ssa Marina Marino nell’intervista a Nino Amadore della “Stampa “ Io dico no, ma i politici cedono”.

Adessso l’U.D.C., ieri sospettata di essere il cavallo di Troia di interessi poco chiari, è in maggioranza e collabora proficuamente con un suo assessore, Gino Di Stefano, che ha la delega delle attività produttiva, proprio con la Marino, che ha trovato anche l’occasione durante la seduta consiliare in cui si esaminava l’approvazione del regolamento sulle aree artigianali, di ringraziare pubblicamente per il lavoro svolto proprio quei politici, che appena qualche mese prima venivano additati all’intera nazione come responsabili di ogni nequizie.
Anche questa (forse) è la politica, signori.

Che giudizio si può dare sulla nuova compagine?
E’ troppo presto per dirlo, occorrerà attendere qualche tempo per dare un giudizio sereno e ragionato.
Quello che in questo momento conta è lo scenario dei problemi che gli amministratori si trovano a dover affrontare ma anche delle opportunità che possono essere colte.
Le criticità sono sotto gli occhi di tutti e ci rendono la vita amara: la pulizia e il traffico cittadino.

Proprio sotto Natale si sta riproponendo un problema mai risolto, ma solo rinviato, con i sacchetti di spazzatura a fare da contrappunto nel Corso Umberto rinnovato agli addobbi di Natale.
Sul traffico l’unica cosa da dire è che malgrado la tragicità del problema si continua ad invocare un piano traffico de l Prof. Tesoriere, che dovrebbe essere una sorta di panacea dei nostri mali.
Non sarà così, naturalmente.

Intanto si resta a guardare: non si prendono provvedimenti, non si fa una politica di disincentivi all’uso dell’auto, non si adotta un minimo di piano di mezzi pubblici per la mobilità, (pulmini navetta anche molto piccoli, che in questo periodo, percorrano una sorta di circolare per potere ogni 10 o al massimo 15 minuti portare gratuitamente la gente in Corso Umberto, facendo una circolare o per Via Mattarella o per Via Consolare come da più parte proposto anche a titolo sperimentale), non si sperimentano alternative agli attuali assi di percorrenza automobilistica.

Si parla di posteggi che chissà quando verranno, ci si affida alla Provvidenza che in questo caso non può far nulla.
“En attendant Tesoriere”, parafrasando il titolo dell’opera teatrale di Beckett, , ricordiamoci l’adagio che “ognuno è il miglior medico di sé stesso”.

Andiamo alle opportunità.

Un Corso Umberto rimesso a nuovo; un monte Catalfano che opportunamente attrezzato, si sta già rivelando la “Favorita” dei bagheresi, ma non solo; il posteggio alla Stazione con le possibilità di snellimento del traffico viario attorno al passaggio a livello; la nuova arteria Scotto Lanza, che dovrebbe alleggerire la pressione di auto sullo svincolo autostradale; l'area artigianale al traguardo;
e più in avanti il completo restauro della Certosa e di Palazzo Butera, ed un Museo “Guttuso” rinnovato nella disposizione delle opere e nei servizi interni, potranno veramente essere non semplici fiori all’occhiello, ma strumenti per invertire una tendenza al degrado e alla marginalità di Bagheria, e riavviare opportunità di lavoro e sviluppo.

Sapranno farcela i nostri amministratori ?
Sapremo farcela anche noi cittadini ritrovando il nostro “senso civico” sbiadito e il valore dell’ appartenenza ad una comunità?

Le circostanze ci condannano all’ottimismo. Per cui incrociamo le dita.