Le scelte difficili della politica nell'anno che verrà

Le scelte difficili della politica nell'anno che verrà

Politica
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La scansione umana del tempo è una pura convenzione, utile però.
La fine e l’inizio di quello spazio temporale che chiamiamo anno, serve oltre che a fare bilanci anche a fare progetti e previsioni.

Ed è questa la cosa sulla quale vogliamo cimentarci senza la pretesa di fare gli indovini, ma mettendo uno dopo l’altro i fatti che si sono susseguiti via via in questi mesi a Bagheria.
Durante quest’anno si è insediata una nuova maggioranza che sta lavorando, e che gli elettori potranno giudicare di qua a due anni e mezzo.
Sono tre le questioni sulle quali, a nostro avviso, l’intera classe politica al di là delle appartenenze, dovrà confrontarsi e lavorare molto seriamente, e che noi ci permettiamo di segnalare.

La questione politica:

Non c’è pace all’interno della maggioranza Sciortino; può sembrare un paradosso,( ma non tanto), c’era più tranquillità, quando la maggioranza era di solo undici consiglieri.
Però tutto sommato, le recenti fibrillazioni e le prese di posizione di alcuni consiglieri che sostengono Sciortino (Amato, Prestigiacomo, Di Stefano e Bartolone), potrebbero essere considerati come malanni di stagione: un po’ fastidiosi, ma niente di più.
Ma forse non sarà così.
E giusto che un gruppo politico, chieda di essere coinvolto nelle scelte e nelle decisioni: sinora in tante occasione il sindaco è andato avanti da solo: vero è che oggi i tempi delle decisioni in politica sono molto più rapidi di quanto avveniva un tempo, però questo non può diventare per il Sindaco un pretesto per non coinvolgere nei processi decisionali i gruppi che lo appoggiano
Anche stavolta si troverà “la quadra”, anche perché dietro discorsi che possono sembrare fumosi, si cela sempre il “conquibus”, la sostanza cioè.
Ed è ovvio quale sia la sostanza della quale parliamo.
Il potere naturalmente, che significa nomine e decisioni su tutto quanto può servire per coltivare orti e orticelli.
Ma stavolta Sciortino e i duri dell’U.D.C. hanno parlato chiaro: “ O ci state alle nostre condizioni, o cambiate aria” hanno detto in estrema sintesi ai quattro ribelli.
Insomma, non c’è trippa per gatti.
Anche perché i candidati a sostituire i quattro e a “correre in soccorso” del vincitore ci sono e sono tanti: D’Agati e Coniglio, votano già per la maggioranza, e si preparerebbe a farlo anche il duo Tripoli- Cirano, ma si mormora addirittura anche Forza Italia.
Sarà, vedremo.
L’ augurio che facciamo è però che questo tormentone si concluda presto senza che si trascini, così come è avvenuto per il “ribaltone” dello scorso anno per mesi e mesi, togliendo tempo e attenzioni alle questioni più importanti cui dovrebbero attendere sindaci e amministratori.

La questione economica

Almeno un terzo delle famiglie bagheresi non ce la fa a tirare avanti; la gente si indebita sempre di più, talvolta è costretta a rinunciare anche all’essenziale, che per gli anziani sono spesso le medicine. Si ritarda di pagare l’assicurazione sull’auto, tasse I.C.I, l'affitto della casa e quant’altro si possa eludere o rinviare.
Occorre pensare a qualcosa di straordinario per alleggerire e aiutare le fasce di popolazione più deboli.
Uno dei modi potrebbe esser di concentrare risorse straordinarie in direzioni di quelle realtà territoriali che si occupano e che praticano la solidarietà, la Caritas e le Chiese innanzitutto, che sono quelle in prime fila per dare una prima risposta a bisogni primari: pane , latte , pasta ecc.
Un altro sistema potrebbe essere quello di investimenti mirati che consentano di alleviare oneri per la collettività, per esempio sulla mobilità urbana.
Facciamo un esempio molto chiaro: se si investono anche solo 100.000 Euro in un progetto di mobilità urbana di linee “circolari”, con servizio di navette efficiente, che consenta a migliaia di cittadini per circolare nel centro lasciando a casa l’automobile; allora il risparmio per i bagheresi supererebbe di gran lunga il costo dell’investimento.
Niente a che fare però, con l’attuale servizio A.S.T. poco utile per i comuni cittadini perchè guarda più a finalità sociali, che a concrete esigenze quotidiane.
Un altro investimento mirato dovrebbe essere quello sull’adeguamento dello svincolo autostradale, che allorchè realizzato consentirà a migliaia di cittadini il recupero di qualche milione di ore di tempo ( e quindi anche di denaro).

La questione di una vera scelta antimafia

Lo diciamo da tempo che non serve solo presenziare e aderire alle varie manifestazioni di enti e associazioni; certo sono cose importanti ma non decisive, anche perché si dimostra poi che su questioni in cui concretamente c’è da scegliere “la parte giusta” il consiglio comunale di Bagheria dimostra di non avere né attenzione né sensibilità né memoria.
Ecco tre esempi.

Il primo scivolone, a qualche mese dall’insediamento del nuovo consiglio: a conclusione della cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria a Ennio Morricone ( iniziativa peraltro frettolosa e raffazzonata) il consigliere Rosario Giammanco, con la discutibile motivazione che era il consigliere più anziano, venne chiamato a consegnare ufficialmente a Morricone il dono del consiglio e dell’intera città.
Rosario Giammanco è un consigliere, i cui colloqui con il boss Nicola Eucaliptus, pur non avendo rilevanza penale, sono confluiti in una indagine di mafia, l’operazione “Grande Mandamento”.
In quel momento fargli rappresentare in un gesto simbolico, così pregnante e significativo, l’intero consiglio e i bagheresi è stato un grave errore che ci auguriamo sia stato involontario e frutto della concitazione del momento.

Ed ancora nel gennaio di quest’anno la vicenda dell’immobile ex Poste , che fece infuriare la dr.ssa Marina Marino, quando il voto del consiglio ed in particolare dell’U.D.C., sembrò volesse essere un ostacolo alla scelte dell’amministrazione, tendenti al recupero dell’immobile e alla destinazione dell’area ad uso pubblico, sottraendola alla possibilità di scelte speculative per i cugini Lo Iacono, i proprietari con familiari mafiosi.
Occorreva in quel momento avere la sensibilità per intendere che, al di là del merito della questione, e lo scrivemmo, occorreva capire che dal consiglio comunale di Bagheria era lecito attendersi un segnale diverso, anche perché la ricaduta della successiva intervista della dr.ssa Marino, è stata estremamente negativa per l’immagine di Bagheria.

E l’ultima puntata risale a tre settimane fa quando un consiglio senza memoria, approva alla unanimità dei presenti, una mozione che propone di intitolare lo stadio comunale a Pasquale Alfano.
C’è da restare allibiti: non si sa quali titoli possa avere avuto nel campo sportivo, si sa però che “le imprese” del fratello e socio Michelangelo hanno dato vita ad alcune delle più importanti indagini di mafia del tribunale di Messina, culminate con il sequestro di beni della famiglia Alfano.
Ed un consiglio che alla unanimità dei presenti, (a parte il non voto di due consiglieri), approva una mozione di questo genere senza neanche una parola di commento e di discussione, è un consiglio comunale che suscita un legittimo interrogativo: c’è o ci fa?

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