Non si realizza un Futuro senza un progetto di V. Lo Meo

Non si realizza un Futuro senza un progetto di V. Lo Meo

Politica
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Le recenti prese di posizione di alcuni autorevoli esponenti politici inducono ad alcune considerazioni sul governo della città.Il supporto al Sindaco da parte di un partito ben organizzato quale l’U.d.C. legittima oggi, più di prima, l’operato dell’Amministrazione attiva,

lo garantisce e gli da copertura, espone però l’azione dell’Amministrazione ad un giudizio di natura prettamente politica dato ad una coalizione ben caratterizzata, quale quella attuale costituita dall’alleanza U.d.C. – P.D.

Con l’entrata in Giunta l’U.d.C. oggi detiene di fatto la regia del governo della città.
Sotto il profilo politico l’operazione è quanto mai azzeccata : alcuni Consiglieri diventano Assessori, si allarga la squadra coinvolgendo chi era rimasto fuori e si rafforza così il partito.

Gli assessorati più “pesanti” quali Gestione del Personale, Attività Produttive con lo Sportello Unico, Lavori Pubblici e Servizi Sociali, consentono poi di governare la macchina comunale e di gestire tutti i procedimenti amministrativi diretti alla fornitura di servizi all’utente-cittadino, strumenti idonei a creare consenso, ad ogni costo.

E qui, gli amici dell’U.d.C. sono particolarmente bravi, insuperabili. Amici del PdL in Provincia, a quest’ultimo contrapposto ed alleati del P.D invece al Comune, dicotomia che solo loro sanno fare.

L’ultimazione di alcune importanti opere (Monte Catalfano, Corso Umberto, Certosa) ed il concretizzarsi di altre (la strada Scotto-Lanza, la bretella ed il Parcheggio di Piazza Stazione, Piazza Cirrincione) danno infine la possibilità all’U.d.C. di “mettere il cappello” su opere progettate, seguite e volute da altri, beneficiando di meriti che non competono e per giunta con la possibilità di gestire, anche qui, procedimenti che hanno importanti ricadute per la città (gestione di Monte Catalfano).

Tuttavia l’Amministrazione attuale resta senza un’idea della città, senza un programma, un obiettivo cardine rispetto al quale uniformare comportamenti ed assumere scelte.

Incapace finanche a gestire l’ordinario ed assicurare la manutenzione ad impianti e servizi a rete, come è sotto gli occhi di tutti (quest’anno, per esempio, per la prima volta ho dovuto provvedere a pulire personalmente alcune catidoie della strada dove abito).

Soprattutto, e ciò è quel che disorienta e preoccupa di più, nessun progetto o iniziativa degna di rilievo è stata messa in cantiere.

Fatta eccezione per la progettazione che fa capo alla Provincia (Piano Strategico e Viabilità Provinciale), non si conosce quali progetti l’Amministrazione ha definito o ha in corso e quali interventi intende progettare per beneficiare delle programmazione dei fondi POR 2007-2013.

Senza i progetti di oggi saremo domani senza risorse ed esaurite e definite le opere in corso volute da altri, chi governerà, oltre ai debiti del COINRES, troverà il nulla e dovrà ripartire dalle fondamenta. Peggio di Palermo dopo i bombardamenti del 1943.

Diversamente dalle ultime Amministrazioni che si sono adoperate per attrarre risorse e ciascuna ha portato a termine opere iniziate dalla precedente, ma ne ha progettate di nuove, come è normale quando chi governa sa esercitare il suo ruolo.

I risultati della cattiva Amministrazione toccano poi le tasche dei cittadini : la massima aliquota ICI (7 per mille) applicata anche per i terreni agricoli, terreni per la maggior parte improduttivi, penalizza i proprietari e costituisce un disincentivo alla produzione, mentre i ruoli suppletivi della TARSU che necessariamente graveranno sui cittadini per fare fronte agli 11 milioni di costo per il COINRES per l’anno 2008, porranno seriamente la questione, se la Regione non interviene prima, di cercare vie alternative al COINRES oltre a fare toccare con mano ai cittadini (rectius con la tasca) il livello di inefficienza raggiunto nell’amministrazione di tale società consortile (costo sette volte di più rispetto al 1999, quando il costo del servizio di raccolta, compreso il conferimento in discarica ammontava ad appena 3 miliardi delle vecchie lire).

Condivisibile quindi la definizione di “dilettanti allo sbaraglio” : oltre al Sindaco, la squadra che lo supporta non ha mai assunto scelte pubbliche chiare e prese di posizione univoche: paradigmatica la vicenda sul Corso Umberto, un giorno è giusto chiuderlo e l’indomani si mette in discussione la scelta, a seconda delle pressioni di qualche commerciante interessato.

Il Corso va chiuso perché da qui può partire il rilancio di una parte dell’economia della città, assieme ovviamente alla revisione della viabilità delle zone circostanti, all’attivazione immediata dei progetti per la realizzazione dei parcheggi e ad un servizio di trasporto per i residenti, soprattutto svantaggiati.

Cominciamo con il chiuderlo, in maniera chiara e giustificando la scelta: il non decidere è più colpevole di fare scelte che dispiacciono a qualcuno.


Vincenzo Lo Meo consigliere provinciale del P.D.L.

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