Noi abbiamo la testa dura e non molliamo: continuiamo a sostenere che è da paese selvaggio e incivile lo spettacolo che ogni mattina ci tocca di vedere, di commercianti e/o loro collaboratori o collaboratrici che, scopando davanti i loro negozi, continuano a gettare nelle cunette dei marciapiedi i rifiuti , mozziconi, cartacce e quant’altro che accumulano.
E’ un gesto incivile, di cui c’è da vergognarsi per loro che lo fanno e per quelli che siamo costretti, nostro malgrado, ad osservare e subire.
Non possiamo far a meno di pensare: "Ecco, forse è questa la vera differenza, che qualcuno intende, tra “baarioto” e “bagherese”.
Ma è veramente così difficile e complicato aderire ad una norma così elementare di senso civico?
Sono balle parlare di Umberto Gallery e iniziative varie, allorchè si viene meno in maniera così plateale e reiterata ad una regola minima di convivenza civile che viene rispettata in gran parte dei comuni della Sicilia oltre che nella civilissima Tunisi.
E non è una giustificazione dire: tanto è già sporco.
Primo: perché spesso non è neanche vero, e secondo perchè non è mai un buon motivo insozzare dove è già insozzato.
L’abbiamo detto all’assessore Gino Di Stefano, l’abbiamo detto a Italo Fragale, presidente della Confcommercio locale, lo diciamo quasi ogni mattino, sottovoce e con un certo garbo, a qualcuno di questi commercianti che consideriamo più civili.
Non c’è niente da fare: l’idea di accompagnare con la scopa i residui di spazzatura in una paletta e di riporli in un sacchetto da riportare all’interno, è quanto di più lontano possa esistere dalla mentalità della stragrande maggioranza dei commercianti baarioti.
Peraltro, e di contro, abbiamo notato e apprezzato in questi giorni di festa patronale, tante civilissime famiglie che passeggiavano con i loro bambini, invitare i piccoli a riporre negli appositi cestini, rifiuti di bicchieri, contenitori e quant’altro; e vediamo sempre di più al mare, in questi giorni genitori che invitano i piccoli a non lasciare nelle spiagge, cartacce, contenitori, bicchieri e residui alimentari.
E’ mai possibile che a Bagheria, una così elementare misura di civiltà, convivenza e rispetto della strada pubblica, non debba diventare prassi consolidata?
Cosa aspetta l’assessore Gino Di Stefano ad attivarsi ?
Cosa aspetta il sindaco Biagio Sciortino ad emanare una ordinanza che obblighi i commercianti a comportarsi civilmente e sanzioni adeguatamente gli inadempienti?
Cosa aspettano i responsabili di categoria prima di piagnucolare sui mali del commercio a sensibilizzare i loro associati al rispetto di regole così elementari? Che senso ha lamentarsi di un paese sporco, quando siamo i primi in realtà a “schifiare” sin davanti la nostra porta?
Sarebbe un provvedimento che non ci costerebbe niente, ma ci ridarebbe tanto in termini di dignità e di rispetto di sé stessi e del proprio paese.
A Settembre esce “Baarìa”. Per qualche giorno saremo sulla bocca di tutti, e Bagheria diventerà vetrina di questo evento mediatico.
Approfittiamone, signori commercianti, per arrivare a quella scadenza diventando un po’ meno “baarioti”, nel senso di cittadini selvaggi e irrispettosi delle regole, e diventare più “bagheresi” rispettosi invece di regole e dei diritti degli altri.
Facciamo si, che il termine “baarioto” resti ad indicare solo orgoglio di appartenenza d una comunità.