Partiamo da Bagheria per un nuovo "patto" tra i politici e i cittadini

Partiamo da Bagheria per un nuovo "patto" tra i politici e i cittadini

Politica
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L’articolo di Maurizio Padovano pubblicato in questa stessa pagina esprime appieno lo stato d’animo che sembra ormai essere diffuso tra tanti bagheresi, ma non solo: quello che Padovano definisce un distacco attivo dal presente, che è somma di delusione e stanchezza, nel vedere che i problemi sono sempre gli stessi, anzi si aggravano e diventano sempre più complicati e irrisolvibili, e che la politica continua a parlare il linguaggio della banalità e della retorica insulsa e inutile.



Ma è nello stesso tempo volontà di esserci, di resistere e di opporsi, nel nostro piccolo quotidiano, ai fenomeni di progressivo imbarbarimento nella nostra comunità: opporsi ai piccoli e ai grandi abusi e prevaricazioni.

Su due questioni essenziali, quello dei rifiuti e quello dell’acqua, consiglio comunale e partiti sembrano travolti dal meccanismo che hanno, con responsabilità diverse ovviamente, messo in moto e alimentato.

Su tutte e due le questioni ci sono stati organizzazioni, piccoli partiti, associazioni, e uomini di buona volontà che hanno tempestivamente avvistato i pericoli cui si andava incontro: la folle gestione del Coinres, con le assunzioni spropositate e clientelari e con i noli dei mezzi che hanno raggiunto cifre da capogiro, ha prodotto il miracolo: triplicare i costi del servizio , triplicare il personale, e riempire ormai perennemente le strade dei nostri parsi di montagne di spazzatura.
Neanche l’ombra della raccolta differenziata, neanche l’ombra di un servizio appena decente, neanche l’ombra di una discarica, quella di Bolognetta, di cui si parla ormai da oltre quindici anni.

Come è stato possibile tutto questo?

E’ stato possibile con la nostra complicità e la nostra connivenza, o comunque della grande maggioranza dei cittadini, allorchè ai politici e alla politica abbiamo chiesto innanzitutto il soddisfacimento del nostro “piccolo particulare”: un posto di lavoro , un incarico, una sinecura, un piccolo appalto, la legittimazione di un abuso o di un arbitrio di cui sono piene le nostre strade, lasciando liberi i politici di fare i loro comodi, dando in pratica loro "carta bianca" nella gestione della cosa pubblica.

E questi "comodi" hanno un prezzo che si sta rivelando elevatissimo.

Stesso discorso per l’acqua : dove erano le centinaia di cittadini che oggi protestano contro il caro bollette quando qualche profeta disarmato avvistava in tempo il pericolo devastante di una gestione privatistica?

Dove erano i cittadini quando i politici ai quali hanno regalato una messe di voti votavano queste “riforme” ?

Erano furbescamente girati dall’altra parte.

Il problema della Sicilia e dei siciliani e dei meridionali è stato sempre in questo patto scellerato, tra cittadini e politici, mai scritto e codificato ma sempre rigorosamente rispettato: io cittadino ti do il voto e ti autorizzo a farti i fatti tuoi, chiudo gli occhi sui beni pubblici e sulla loro gestione, rinuncio al mio ruolo di controllore, ma tu politico e amministratore mi fa fare sostanzialmente quello che voglio, l’abusivo del commercio, l’abusivo nel costruirmi la prima, la seconda o la terza casa, l’abusivo nel mancato rispetto di leggi norme e regolamenti che regolarmente mi consenti di calpestare.

Tu mi fai fare i miei comodi e i miei interessi privati e io ti do il voto e ti faccio fare i tuoi, di comodi, senza chiederti sostanzialmente conto del tuo operato..

Questo meccanismo però sta saltando, perché non ci sono più i margini economici per sostenere il patto scellerato, e perché i guasti prodotti nel tessuto urbano, economico e sociale sono talmente devastanti che ognuno comincia a farsi bene i conti, e vede che in questo scambio immorale, a perderci sono soprattutto i cittadini e quel “bene comune” si risciacquano continuamente continuamente la bocca, è soltanto patetica e bolsa propaganda.
Distacco attivo della realtà: certo se vivessimo in un altro posto.

Ma la sorte ci ha dato questa grande ventura e sventura, di nascere e di vivere in questa Sicilia, in cui vuoi o non vuoi, la complessità dei problemi ti obbliga ad esserci, sempre e comunque

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