Il corso Umberto ai pedoni, causa della crisi del commercio?

Il corso Umberto ai pedoni, causa della crisi del commercio?

Politica
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Non siamo mai stati teneri in questi anni con Biagio Sciortino, e non vogliamo qua ripetere i motivi dei nostri giudizi critici,

peraltro ampiamente condivisi da tantissimi cittadini.
Quando verrà il momento di esprimere un giudizio sereno e motivato sul lavoro da lui svolto in questi anni lo faremo senza peli sulla lingua, richiamando quelli che, naturalmente a nostro avviso, sono stati pregi e difetti, elementi di forza e di debolezza del suo quinquennio da sindaco.
In questo momento però dobbiamo riconoscergli la lungimiranza di una decisione che con grandissimo coraggio e determinazione, e senza deflettere o lasciarsi né intimidire né condizionare, va ascritta per la quasi totalità a suo merito: l'avere cioè chiuso al traffico veicolare il corso Umberto.
Abbiamo una testimonianza personale da riferire: allorchè nella primavera di due anni fa, (erano da poco iniziati i lavori sul corso), dopo una intervista scambiammo con Sciortino qualche opinione informale sul futuro di corso Umberto, ed il sindaco senza girarci tanto attorno, ci disse che, per quanto gli riguardava, la sua opinione ferma sarebbe stata quella che il corso divenisse una isola pedonale.
"E' un sogno e una opportunità per Bagheria -ci disse- ed io mi batterò per questa soluzione"
E così è stato.
Eravamo ancora lontani dagli appelli dei pro e dei contro il corso chiuso alle auto, ma già la decisione era presa.
Si potrà discutere sul percorso e sui modi talvolta surrettizi e furbeschi usati per arrivarci, però la conclusione fu quella.

E cioè che Bagheria ha oggi oltre alle ville settecentesche, due-tre grandi contenitori culturali pubblici, Villa Cattolica, Palazzo Aragona Cutò ed il Teatro Branciforti, a cui andebbe aggiunto il Museum privato, alla cui realizzazione hanno contribuito impegno e tenacia che hanno origini lontane; ha uno degli assi viari più belli della Sicilia, corso Butera-corso Baldassare Scaduto; ed ha infine una delle aree pedonali più ampie della provincia, dopo la capitale Palermo e Cefalù.
La decisione però, non dimentichiamolo, di rendere pedonale un asse viario così strategico per il traffico a Bagheria, quale è il corso Umberto, andava accompagnata da una serie di provvedimenti dei quali a ben vedere, anche per la pochezza di idee e l'incapacità operativa dei collaboratori politici e tecnici che il sindaco si sceglie, neanche uno è stato realizzato.

Questi provvedimenti avrebbero dovuto "risarcire" in qualche modo quei commercianti che hanno visto ridotti i loro affari

I posteggi innanzitutto: si disse due anni fa che nel giro di qualche mese a piazza Indipendenza, solo per fare un esempio, sarebbero state demolite quelle costruzioni realizzate quaranta anni fa al centro delle piazze, per recuperare una quarantina di posti auto (peraltro la piazza si presta per la pendenza naturale ad un posteggio multipiano).Non se ne è fatto sinora niente.
Poi il trasporto pubblico: assolutamente inutile e improduttiva si sta rivelando quella convenzione stipulata in pompa magna con l'AST che si costa 260.000 euro l'anno.
Con gli stessi soldi, anzi con molto meno, si sarebbe potuto attivare un servizio di navetta con pulmini da otto-dieci posti che sarebbe essenziale per aiutare i cittadini a raggiungere il centro.
Non è stata neanche tentata, per miopia culturale dei responsabili, una politica che disincentivasse l'uso dell'auto, a cominciare per esempio dai dipendenti del comune e dai commercianti, che, sia detto per inciso, si lamentano sì della mancanza di posteggi, ma dove questi ci sono li occupano per l'intera giornata con le auto loro e delle loro commesse.
Farsi una passeggiata mattutina in corso Butera all'ora di apertura dei negozi per rendersi conto che il 70-80% dei posteggi vengono occupati dalle auto dei commercianti e dei loro collaboratori che stazionano nello stesso posto per l'intera giornata.


Non è stato valorizzato il corso chiuso, specializzando, come continuiamo a suggerire, inascoltati, all'assessore alla cultura e allo spettacolo di turno, i vari spazi e le varie piazze, da Piazza Madrice al Sepolcro, da Piazzetta Montana a Piazzetta Messina e Butifar sino alla villetta Ugdulena, verso specifiche funzioni.
Va anche detto che quei commercianti che lanciano alti lai sono magari gli stessi che consentono ogni mattina alle loro collaboratrici di scopare la spazzatura del marciapiede nelle cunette o nell'invaso degli alberi, per niente sfiorati dall'idea che la spazzatura andrebbe raccolta con una paletta in un apposito sacchetto, o che sognano davanti ai loro negozi auto perennemente posteggiate in doppia e tripla fila fregandosene altamente delle esigenze degli altri cittadini.
Per farla breve: si impieghi quel po' di tempo che resta della sindacatura, per mettere mano a quei provvedimenti anche "strategici", e ci riferiamo in particolare alla disincentivazione all'uso dell'auto che deve essere assolutamente avviata.
L'altra idea, alla quale occorre lavorare, è quella di "affidare" o di far "adottare" ad operatori commerciali, culturali o sociali singoli o associati, con apposita regolamentazione l'uso o la gestione, ma anche la cura e la manutenzione di spazi e piazze comunali così come avviene in gran parte d'Italia.

Per finire e tagliare la testa al toro: facciano un rapido conto i commercianti di una certa età e scopriranno che, facendo una attenta ricognizione nella loro memoria, sia partendo da Piazza Madrice che da piazza Palagonia, negli ultimi quaranta anni, con il corso intasato di auto e gas di scarico, almeno, ripetiamo, almeno l'80% delle attività commerciali è scomparsa, sostituita da altre oppure è passata di mano.

 

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