Corso Umberto: oggi è il giorno della verità

Corso Umberto: oggi è il giorno della verità

Politica
Typography

Oggi lunedì 7 giugno il consiglio comunale di Bagheria tornerà ad occuparsi della pedonalizzazione del corso Umberto. In buona sostanza si confronteranno due proposte. Da un canto c'è un gruppo di consiglieri che chiede una riapertura, sia pure limitata alle ore mattutine,
al traffico automobilistico, dall'altro un secondo gruppo che chiede una riconferma della chiusura del corso alle auto, e che sollecita altresì l'amministrazione di mettere in campo nel più breve tempo possibile misure di "accompagnamento" al provvedimento, e prima fra queste, il servizio urbano e gratuito di navetta "circolare".

E' prevedibile una partecipazione numerosa dei commercianti del corso, che recentemente hanno riproposto il problema, ed è per questo che l'augurio che facciamo è che il confronto sia sereno ed utile, e che ad ognuno venga data la possibilità di esprimere la propria opinione senza caccia alle streghe e senza intimidazioni, cosa che non è stata resa possibile nell'ultima assemblea dei commercianti nell'aula consiliare, in cui chiunque tentasse di manifestare una idea diversa veniva immediatamente zittito.
La speranza che esprimiamo è che i partiti ed i singoli consiglieri, nei limiti del possibile, prescindano dalla demagogia, e dall'assecondare la "piazza" convinti di fare una scelta elettoralmente pagante.

Questa vicenda per la qualità e lo spessore della posta in gioco al di là dei contenuti effettivi, ci riporta alla mente la vicenda delle aree artigianali di trenta anni fa, che non è inopportuno richiamare alla memoria perché delle esperienze del passato in qualche modo dovremmo farne tesoro, e che vi riproponiamo nei suoi termini essenziali in altra parte del giornale, così come la abbiamo vissuta.

E' giusto comunque che ad un anno di distanza dalla decisione assunta dal consiglio di chiudere il corso alle auto, si faccia una riflessione.
La decisione ha avuto aspetti largamente positivi e condivisi, ma come tutte i provvedimenti che alterano equilibri consolidati nei decenni, qualche problema l'ha creato.
In sintesi, alla maggiore vivibilità, da tutti i punti di vista, dell'asse corso Umberto ha coinciso una perdita di qualità di vita degli abitanti dei quartieri a ridosso del corso: più inquinamento, più traffico, perdita di attrattività delle attività commerciali dislocate nel corso, soprattutto quelle legate a consumi "effimeri", tabacchi e giornali, bar e piccola ristorazione, negozi di generi alimentari.
I commercianti di corso Umberto e dintorni ne traggono la conclusione che questo provvedimento li ha danneggiati. Ergo, bisogna cambiarlo.
E' difficile chiedere di essere riflessivi, a chi ha interessi immediati, a chi ogni mese paga dipendenti, fornitori e affitti. Però bisogna farlo. La politica deve avere la forza di chiederlo, ma deve assumere impegni certi e scadenze certe. Le chiacchiere non funzionano più.

Per questo va condannata senza mezzi termini la assoluta e totale incapacità dell'amministrazione a realizzare bene anche uno solo dei provvedimenti che avrebbero dovuto seguire al corso pedonalizzato. E sappiamo di cosa parliamo.

Detto questo però occorre guardare al problema nei suoi termini essenziali: riaprire corso Umberto al traffico sarebbe una sconfitta, per la qualità di vita dell'intera città, perché annullerebbe di colpo un tentativo di modernizzare una mentalità vecchia e antiquata di una cittadina che deve guardare con fiducia al proprio futuro, di uno sforzo non banale di disegnare una linea di crescita attorno a cui si potranno aggregare le forze positive e produttive della città.
Emblematicamente, e sappiamo di non dire una sciocchezza, attraverso la dorsale di corso Umberto passa la discriminante tra quei bagheresi che guardano al futuro  e quanti continuano a guardare indietro.

C'è una obiezione che una classe politica che sia alla guida e non al rimorchio della città deve spazzare subito via: ci riferiamo alla idiozia di continuare a dire o a pensare che il problema della viabilità si risolve riaprendo il corso Umberto alle auto, sia pure a singhiozzo, e dando l'incarico ad un esperto di viabilità perché riscriva i sensi unici; perché non esiste esperto al mondo che cambiando i sensi unici riesca, con una sia pur dotta relazione, ad allargare le strade e a creare nuove direttrici di traffico
Questo modo di ragionare dimostra, e non ci stancheremo mai di ripeterlo, un approccio vecchio, tradizionale ed ormai superato nei confronti di un problema che le grandi metropoli evolute da Los Angeles a Madrid, da Parigi a Londra, ma anche piccole cittadine, hanno risolto in maniera radicalmente opposta.
Il problema non è più quello di creare strade più comode e percorribili alle auto, che è un semplice dettaglio del problema.

La questione nodale è stata risolta, riducendo drasticamente il numero delle auto circolanti: per entrare a Barcellona in auto ci sono cinque barriere a pagamento e più ci si avvicina al centro più aumenta il pedaggio.
Il problema è di rivoluzione culturale, e solo la migliore politica e la cultura e non certo i bottegai, possono intestarsi questa battaglia.

Con un servizio pubblico, anche solo mattutino, gratuito e mediamente efficiente del costo di 100.000 euro l'anno, restituiremmo ai cittadini in termini di risparmi di carburante centinaia di migliaia e forse qualche milione di euro, consentendo di immettere queste risorse in un circuito virtuoso di consumi.

Certo l'amministrazione è stata del tutto assente e del tutto inadempiente: Sciortino troppo preso dal Coinres, collaboratori e consiglieri politici e dirigenti apicali dell'amministrazione  di scadente qualità (a parte un paio di eccezioni), perchè scelti con l'ottica delle lottizzazioni partitiche, e non sulla base di vere e riconosciute competenze e capacità professionali.
C'è pertanto da avviare al massimo entro due tre mesi quei provvedimenti che da un anno si attendono, ed in particolare:

1) Una regolamentazione sull'uso del corso pedonale, che tenga conto di tante esigenze, a partire da quella di creare orari più comodi per il carico e lo scarico merci, sino a quello di consentire il transito, a velocità moderate s'intende, oltre come avviene sinora alle forze della sicurezza e della sanità anche ai a mezzi pubblici, a taxi ed autobus turistici.

2) Grandi posteggi, in cui deve avvenire lo scambio auto-navetta: piazza Stazione, aree a ridosso di Via Libertà, di Via De Spuches, di Via Parisi, della zona del mercatino, ecc....

3) Fare subito il bando per affidare ad aziende private la gestione dei posteggi , ripristinando le zone blu.

4) Iniziare una campagna di informazione capillare e massiccia sulle opportunità che offre Bagheria ai visitatori: ambientale, artistico, monumentale e commerciale.

5) Incentivare, con modalità da definire, a partire dai pubblici dipendenti, (comune, sanità, scuola),  i cittadini a lasciare l'auto nei garage, soprattutto quelli che percorrono per andare nel luogo di lavoro solo qualche centinaio di metri.

Per andare ai politici. Biagio Sciortino: non gli abbiamo mai risparmiato critiche, ma su questa questione occorre riconoscergli coerenza e coraggio, (ed è semplicemente ridicolo e offensivo attribuirgli disegni segreti); ha fatto una scelta che adesso va sostenuta pubblicamnete e chiaramente sostenuta anche dai partiti di maggioranza.
Ai partiti e ai consiglieri ricordiamo che quello  di lisciare i commercianti dalla parte del pelo è segno di miopia politica, e dal punto di vista elettorale non crediamo che avrà un grande "ritorno".

L'ultima considerazione: nel 1980 l'area artigianale non si potè realizzare anche per la debolezza di un movimento degli artigiani che non seppe far valere le proprie ragioni ed esprimere in piazza la propria forza: ecco, anche stavolta, il palcoscenico sembra essere occupato solo da quelli che difendono interessi corporativi. Per questo chi crede in un progetto di Bagheria diversa, dai politici alle associazioni, dai semplici cittadini ai mezzi di comunicazione, facciano sentire alta e chiara la loro voce: hic et nunc.

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.