Non si interrompe così... un'emozione

Non si interrompe così... un'emozione

Politica
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Non sarà domani nè il prossimo mese, ma la prima pietra è stata posata. Il corso Umberto potrà tornare percorribile dalle auto, dal mattino sino al primo pomeriggio escludendo i fine settimana. E' questo il contenuto della mozione approvata

dalla maggioranza dei 24 consiglieri presenti alla seduta del consiglio comunale che tornava ad occuparsi della pedonalizzazione del corso Umberto.

Per Biagio Sciortino una sconfitta politica durissima che sconfessa una scelta strategica con la quale avrebbe voluto lasciare un segno profondo e durevole nella storia della nostra comunità.

Un consiglio comunale in cui c'è una parte della sinistra (PD di opposizione e Sinistra Democratica) che si trova perfettamente a proprio agio nel difendere gli interessi corporativi dei bottegai, in cui c'è un partito, l'U.D.C. in palese disagio a difendere temi storicamente di "sinistra", quale può essere un centro storico chiuso alle auto, e ci sono alcuni tra gli alleati civici di Sciortino, eroi di cartapesta, che al primo accenno di battaglia si squagliano senza neanche combattere.

L'armata Brancaleone di Biagio Sciortino fatta in parte di gente raccogliticcia, cui sono del tutto estranei i principi, i valori  e la politica, pronta a scappare come i topi dalla nave che comincia a fare acqua, ed in cui componente essenziale è un partito come quello dell'U.D.C., che non ha mai digerito la scelta del corso chiuso, legato storicamente com'è ai piccoli interessi clientelari, è stata affondata senza neanche l'onore del combattimento.

Gli unici a tentare di porre un argine al qualunquismo dilagante di un intero consiglio sono stati quei due, tre che tra i 'buhh' e le interruzioni del pubblico e degli stessi consiglieri, hanno cercato di spiegare le motivazioni di una scelta certo difficile, certo non supportata dai provvedimenti necessari, ma comunque di civiltà.

Biagio Sciortino paga la faciloneria con cui ha cambiato alleanze, il pressappochismo con cui ha gestito i rapporti con i partner politici, e la patente inettitudine di una parte della squadra (assessori, consulenti e tecnici), di cui si è circondato.
Si comincia con la solita ora di ritardo, ma i numeri e le presenze in aula fanno già capire dove si andrà a parare: mancano Angelo Calì del PDL, Daniele Vella (l'unico assente giustificato perché a Pisa), Antonio Prestigiacomo, Giuseppina Coniglio, Nicola Cirano, Filippo Maggiore.

Giuseppina Coniglio, così ci è stato detto, sarebbe stata fuori Bagheria, e Antonio Prestigiacomo aveva seri motivi di carattere familiare.

Su sei assenti cinque appartengono, almeno sulla carta, alla maggioranza.

La solita tiritera di interventi: Castronovo, Bartolone, Cangelosi, Amato, Lima, Barone, Tripoli Giuseppe, Aiello, Amoroso, Vigilia, Maggiore Antonino, Cilea , Di Stefano Mimmo, ed infine anche Scaduto che si avvia al podio come se dovesse sedersi sulla poltrona del dentista.

Dentro c'è lo scibile: corso Umberto e commercio, sensi unici e inquinamento, spazzatura, Coinres, buche delle strade, le inevitabili e comode accuse al predecessore di Sciortino, la mafia e l'antimafia, la legalità e la solidarietà, la faziosità del vostro cronista, che viene maramaldescamente attaccato perché naturalmente non può replicare. Un "vizietto" da sempre diffuso tra gli attuali consiglieri.
L'unica cosa sensata, la dice, inascoltato, il pd "governativo" Cilea:"L'unico modo per contrastare  la nascita dei grandi centri commerciali che sorgono nelle periferie, e che sono una delle cause della crisi del commercio anche a Bagheria, è quello di valorizzare i centri commerciali naturali, quale è il Corso Umberto".

Demagogia a quintalate, i commercianti sempre più impazienti: si annoiano, e non possiamo dargli torto, ad ascoltare frasi e concetti ripetuti sino alla nausea. Un gruppetto è là solo per il senso unico di Via del Cavaliere, gli altri vogliono portare a casa la preda grossa: e cioè le automobili con il loro bel carico di clienti e di inquinamento debbono tornare indisturbate a disporsi in doppia fila per comprare il panino e il pollo, le sigarette e il giornale, il caffè e il filetto.
Alla fine Sciortino, che sposa e coniuga al meglio i tre detti siculi:"Calati iuncu ca passa la china", "U fuiri è briogna, ma è sarvamentu ri vita", e "a bandito, bandito e mezzo" (in realtà i siciliani diciamo in altro modo!), e, visto che non ha le truppe per combattere, aguzza l'ingegno.

Dichiara di essere "disposto all'ascolto", che non potrà "non valutare attentamente le manifestazioni di volontà del consiglio", ringrazia i commercianti "per avere riproposto il problema", si scusa "per l'assenza alla assemblea precedente, e per non avere adottato i provvedimenti previsti", impegnandosi sul fatto qualcuno di questi cercherà di "realizzarlo al più presto". Non dirà mai però:"riaprirò il corso alle auto".

Comunque sia, l'attuazione della mozione, ammesso che l'amministrazione voglia dare corso ad un voto che non la vincola, e di questo dubitiamo, richiederà mesi.
Modifica di sensi unici, problemi di segnaletica, un sistema automatico di chiusura, a meno di non voler pensare che qualcuno ogni giorno alle 15 vada a rimettere i paletti.

Insomma l'estate sicuramente passerà, e da ora a settembre-ottobre il sindaco potrebbe tirare fuori il coniglio dal cappello.
La nostra impressione è che su questa questione del corso chiuso alla fine Biagio Sciortino voglia fare il referendum: sul suo nome però, e al momento del voto.
Alla fine, scherzando con un nostro amico commerciante, gli ho detto:"Ma io vedo che ogni mattino davanti al pescivendolo di corso Umberto, c' è sempre una folla incredibile".
"Ma sai com'è - è stata la risposta- quello vende pesce fresco e a buon mercato".

Ah, ecco: se prima era un sospetto ora ne abbiamo avuto la conferma ...

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