Torna a galla Biagio Sciortino-di A.Gargano

Torna a galla Biagio Sciortino-di A.Gargano

Politica
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Non è rimasto schiacciato dal macigno del Coinres, né soffocato sotto le cataste di rifiuti perché, malgrado tutto e tutti è sempre lui ad occupare il centro della scena. Complici qualche uscita intempestiva o eccesso di tatticismo o scarsa esperienza politica di alcuni tra i concorrenti più quotati,
Biagio Sciortino continua saldamente a tenere nelle sue mani il banco, ed è pronto a giocarsi le sue carte al voto di primavera.

Ne fanno fede l'attività politica frenetica delle ultime settimane, laddove malgrado sia solo, incassa due importanti successi mediatici: il primo al Combag, dove Giovanni Minoli, non trovava parole per congratularsi con lui dopo il suo partecipato intervento,(e pare che questo si tradurrà in una presenza di Bagheria all'interno delle tappe di una trasmissione di celebrazione, "I nuovi mille" si chiamerà, che sarà realizzata in occasione dl centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia; e fors'anche con Bagheria sede di alcune location della prossima serie di Agrodolce); e poi il discorso conclusivo nel consiglio comunale di mercoledì scorso, quando, almeno così è stato percepito da chi lo ha ascoltato, ha risposto con grande maturità ed equilibrio, ad amici e ad ex amici, a vecchi  e a più recenti avversari politici

E questo mentre si prepara al grande evento che dovrà segnare il suggello della sindacatura: la riapertura sia pure parziale del palazzo Butera restaurato: in un filo ideale si ricongiungeranno storie e memorie che legano Bagheria alla propria origine.

E la concorrenza?

C'è un Vincenzo Lo Meo troppo precipitoso nel lasciare la vecchia, ma sicura e conosciuta casa del PDL e dell'amico Dore Misuraca, per approdare ad un partito l'U.D.C., e ad un Terzo Polo, che si stanno rivelando un vero ginepraio: c'è un Bartolo Di Salvo ancora troppo tattico e prudente nel cercare di capire e di sondare preventivamente gli umori dei partiti che lo sosterrebbero; c'è una Vittoria Casa ancora indecisa e prigioniera delle divisioni del P.D.; c'è infine un Vincenzo Provino che stenta a dare continuità e respiro alle sue proposte politiche.

In questo clima Sciortino sta tirando fuori le sue carte migliori: ha calato l'asso con una richiesta di adesione, accettata, all'API, e non come semplice cittadino ma, come più volte si ribadisce nella richiesta di adesione, corredata di riferimenti al suo attuale e futuro ruolo: "esprime il desiderio di metter la propria esperienza , le proprie legittime ambizioni d i sindaco uscente ed il futuro di uomo politico a disposizione del partito", ma non solo "sottopone la sua condotta politica al vaglio degli organi di partito" eccc.

Avere accettato l'adesione del sindaco Biagio Sciortino, significa per l'API avere operato una scelta impegnativa, che dovrà ormai difendere in tutte le sedi e circostanze. E questo, all'interno di quel Terzo Polo che scricchiola un po' dappertutto in Sicilia, avrà importanti conseguenze.

Non solo, ma tiene con molta accortezza in mano il "pacchetto" assessoriale pronto a spenderlo, e non gli si può dare torto, con quanti vorranno condividere con lui un percorso, di cui la campagna elettorale sarà solo l'inizio, considerato anche che il coordinatore provinciale dell'A.P.I. di Rutelli, (e si mormora a breve regionale), è quel Totò Camilleri presidente di Metropoli est e, ancora ad oggi, del Gal.

E non è fantapolitica pensare che al punto in cui sono arrivati i rapporti all'interno del P.D.  in  questo partito in vista della campagna elettorale, si arriverà ad una scissione, con la componente storicamente vicina a Sciortino, pronta ad assumersi responsabilità di governo della città.

Campagna elettorale lunghissima quindi, che si sta rivelando molto diversa da quella di cinque anni fa: allora fu un confronto elettorale breve e convulso, e si votò con la paura, alimentata ad arte dai soliti corvi , che non si sarebbe arrivati alle urne, che lo scioglimento era dietro l'angolo, che chi faceva campagna elettorale tra i candidati a sindaco, stava perdendo il proprio tempo.

Il "top" di questo atteggiamento rassegnato e rinunciatario, soprattutto da parte del centrosinistra, si raggiunse quando in un comizio in Piazza Madrice, doveva essere presentata la candidatura di D.S. e Margherita, l'incolpevole Leonardo Passarello: gli oratori , (quello più importante era Beppe Lumia), in un'ora di comizio parlarono di tutto e di più, facendo solo un accenno finale e banale al candidato che era tenuto quasi in disparte, perché i corvi, trasversali agli schieramenti e che svolazzavano accanto al palco, diffusero la voce che il decreto di scioglimento era già stato firmato.

E la loro sentenza quindi l'avevano già data: non si vota.

Si votò invece, e si capì, sin dal primo turno, che per Biagio Sciortino sarebbe stato un trionfo.

 

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