Le persone che incontro e alle quali comunico la decisione di candidarmi alle prossime elezioni mi chiedono, con un certo stupore, il perchè di una tale scelta. Di qui la necessità di spiegare il motivo per il quale anch'io,
insieme a 495 altri aspiranti consiglieri, ho deciso di scendere in campo.
La decisione è maturata dopo una lunga riflessione.
Come tutte le donne che lavorano, sono eternamente divisa tra gli impegni professionali e quegli altri derivanti dall'essere moglie e, soprattutto, mamma.
Tuttavia, alla soglia dei quarant'anni, ho sentito, proprio pensando ai miei figli, che è il momento di fare qualcosa che vada al di là della mia dimensione strettamente personale e professionale.
La società che lasceremo ai nostri bambini è quella che oggi è nelle nostre mani. Possiamo peggiorarla, lasciarla come essa è o provare a migliorarla. Penso, come un po' tutti, che oggi, più che mai, sia necessario provare a migliorarla. Il declino economico, sociale e politico cui assistiamo è senza precedenti (chi ha una memoria storica più lunga può confermarlo).
Dunque, proprio perchè ci troviamo in un momento assai difficile occorre dare il meglio di sé, resistere, alzare la testa e fare delle scelte coraggiose.
La tentazione di fuggire i problemi è fortissima, così come lo è quella di allontanarsi dalla politica. Io stessa, più volte, ne sono stata vittima.
Tuttavia non possiamo lasciare che altri facciano delle scelte di cui continuiamo a lamentarci, ma che comunque saremo noi a subire e che, soprattutto, incideranno sui destini dei nostri figli.
Nelle mie riflessioni volte alla scelta definitiva sul se candidarmi o meno, mi sono tornate alla memoria antiche reminiscenze dei miei studi liceali.
Se non erro, la migliore forma di governo per gli Antichi Greci era l'Aristocrazia, dal greco "Aristoi" (i migliori), intendendosi il governo dei più adatti a governare, in contrapposizione alla sua forma degenerativa, l"Oligarchia" (da "Oligoi", pochi), ovvero il governo di alcuni, non necessariamente i migliori.
Questi ricordi mi hanno fatto superare l'iniziale momento di repulsione e mi hanno definitivamente convinto che forse sì, era proprio il momento di fare un passo avanti.
Se, secondo gli Antichi, la politica è un'arte nobile, praticata dai "migliori", e se gli Antichi, come in quasi tutte le cose, avevano ragione, non c'è motivo di dubitare che effettivamente è così, e che il momento di degrado che stiamo attraversando è solo un incidente di percorso, speriamo il più breve possibile.
Lasciandomi guidare un po' da queste riflessioni un po' da un senso di ribellione per le desolanti condizioni in cui versa la nostra città, a causa dall'incapacità di chi ci ha fin qui governato, ho fatto la scelta definitiva.
Poiché appartengo a quella maggioranza di bagheresi che, con impegno quotidiano, lealtà e duro lavoro, si sono costruiti, o stanno cercando di costruire, la propria vita personale e professionale, ho pensato che proprio a questa maggioranza di bagheresi, spesso dimenticata, occorre dar voce.
Sono convinta che il miglioramento del nostro Paese passa necessariamente attraverso un radicale cambiamento di mentalità di cui tutti noi dobbiamo essere protagonisti , con coraggio e coerenza. Non possiamo continuare ad agire secondo logiche individualistiche, votando chi ci risolve il piccolo o grande problema personale.
Dobbiamo invece scegliere le persone che possono risolvere i problemi della collettività, perché ne sono capaci e perché lo vogliono e perchè, secondo la concezione degli Antichi Greci, sono "i migliori". Tutti noi staremo un po' meglio se tutto funzionerà meglio.
Non so se riuscirò ad essere eletta. Comunque vada credo di aver fatto la cosa giusta.
Comunque vada, oggi, più che mai, spero che i Bagheresi, quelli veri, facciano con sincerità verso se stessi, verso il prossimo e verso i propri figli una scelta di voto libero e coraggioso, scegliendo "i migliori" e riconquistandosi così gli spazi che meritano all'interno delle istituzioni comunali.
