Bartolo Di Salvo: "Il sindaco Lo Meo si occupi delle questioni strategiche"

Bartolo Di Salvo: "Il sindaco Lo Meo si occupi delle questioni strategiche"

Politica
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Bartolo Di Salvo, consigliere provinciale, è stato il competitor del sindaco Lo Meo nelle scorse elezioni, poco presente sui media dal giorno del ballottaggio ad oggi.  Gli abbiamo chiesto un'opinione in merito all'operato di Lo Meo e all'attuale fase politca.

La tua opinione sui primi mesi di amministrazione Lo Meo.

"Sono stato in silenzio per evitare che le mie opinioni sulle fasi intermedie di questo percorso politico potessero essere fraintese o mal interpretate.

Però dopo sei mesi di attività amministrativa di Vincenzo Lo Meo le prime valutazioni si possono e si debbono fare.

Devo dire che al sindaco, a Vincenzo, manca, come peraltro non ho esitato a dirgli, una qualità che l'attuale situazione politica di questa città impone: il coraggio di affrontare i temi cardine della vita politica del nostro territorio con determinazione, con un'idea chiara e visibile alla città che ci proietti al domani.

Oggi mi sembra che siinsegua soltanto il quotidiano, l'ordinario, avendo perso di vista quella che è, oggi più che mai, un'esigenza forte cioè di capire dove stiamo andando"
Ecco, in poche parole, il sindaco costretto a inseguire la quotidianità, non ha il tempo di dedicarsi alle questioni strategiche che attengono all'avvenire di una città".

Ciò non potrebbe anche  dipendere anche  dalla collaborazione dgli assessori, dalla qualità della sua squadra?

"Credo che sia uno degli elementi del percorso.

Ritengo però  che il sindaco inseguendo l'ordinario perda di vista il suo ruolo: quello di un sindaco di una città nevralgica e strategica nel tessuto urbano della provincia di Palermo che non ha ancora definito la propria identità e disegnato il proprio "progetto", anche perchè non gliene abbiamo affidato alcuno  in questo tessuto metropolitano

Questo dipende anche dall'approccio caratteriale che il sindaco ha rispetto al suo ruolo, ma anche dagli assessori che Lo Meo ha e che non si stanno dimostrando dai "piedi buoni" tanto decantati dal sindaco.

Sono delle brave persone, gente capace, ma il ruolo di assessore richiede ben altro impegno e ben altre capacità e soprattutto una capacità di interlocuzione con la politica e con il tessuto delle istituzioni che oggi mi sembra mancare."

Dopo la vittoria di Lo Meo, hai detto, molto sportivamanete, che ti saresti comunque impegnato per questa città. Tu sei anche il presidente della commissione viabilità della provincia: c'è un tema molto importante a Bagheria, che interessa tutti i cittadini: lo svincolo autostradale.

Quali novità ci sono sia per il progetto  di adeguamento di quello attuale?

"Io metto come priorità assoluta, nel mio impegno alla Provincia regionale di Palermo, la realiazzazione di questo svincolo.

Questo è un progetto vecchio che parte con l'amministrazione Fricano che poi l'amministrazione Sciortino per mancanza di risorse, o per l'inopinata perdita dei finanziamenti, trasferisce, per mia espressa volontà, alla Provincia regionale di Palermo.

Oggi il nuovo progetto è alla fase conclusiva: quella relativa alla fase di acquisizione dei pareri, da parte del Comune di Bagheria......parliamo dell'adeguamento dell'esistente che già dovrebbe portare al miglioramento di circa il 50% di traffico che si sviluppa.

Acquisiti i pareri, da parte del comune di Bagheria, l'amministrazione provinciale redigerà il progetto esecutivo.

Noi pensiamo che entro il 2012 sia possibile portare in appalto l'adeguamento dell'attuale svincolo autostradale"

Quindi inserirlo nelle opere del piano triennale.....
......Già è nel piano triennale, dobbiamo soltanto redigere l'esecutivo.

Sottolineo altresì che il nostro impegno, all'interno dell'attività provinciale, ha consentito la riapertura del Palazzetto dello sport, che oggi è utilizzato dalle associazioni sportive. Un'altro obiettivo che mi prefiggo è quello della riapertura di Villa San Cataldo ai bagheresi."

Un'ultima domanda di chiave suisitamente politica. La sistuazione del Pid. Il partito non vive un momento felice. lo abbiamo visto nelle scorse settimane: Continue fughe verso l'UDC, Saverio Romano non è più ministro. il governo Berlusconi è caduto. Qual'è il futuro di questo partito e quale chiave di lettura dai  di queste fughe verso l'UDC?

"Il Pid nasceva con l'intento di veicolare alcune persone verso un percorso politico di più ampio respiro.

La rottura con l'Udc si concretizzava su una divergenza di opinione in merito a garanire la sopravvivenza di un governo nazionale in un momento di crisi assolutamente gravissima. Ma l'obiettivo è sostanzialmente quello di approdare ad una casa comune dei moderati, dei popolari. Rifacendoci al partito popolare europeo che è meta sicura e ambita da parte di tutti i partiti dello scenzrio politico e costituzionale. In quella direzione noi vogliamo andare e in quella direzione stiamo andando."

Ma ci arriverete come PID o come altro soggetto politico?

"Che  il Pid ci arrivi come gruppo autonomo o per altre vie intermedie, questo poco importa.

L'obiettivo è sempre quello: restituire ai moderati, ai cattolici una casa comune all'interno della quale garanire unione di valori e programmi politici.

Ciò non è stato possibile. abbiamo visto che negli ultimi tempi, in Italia, i moderati si sono disgregati in mille rivoli consegnando lo scenario politico nazionale agli estremismi.

Noi abbiamo quest'obiettivo: ricostruire la casa dei moderati.

In futuro potremmo anche reincontrarci con gli amici dell'Udc e del Pdl. Noi siamo coerenti con le nostra linea politica. Le scelte di qualcuno sono scelte individuali. Il cambiare direzione, che qualcuno ha criticato, non era altro che il tentativo di far capire alla città che si doveva mettere al centro dell'agenda politca l'uomo, le persone e non i tatticismi politici"

Negli ultimi mesi le inchieste, gli arresti e le segnalazioni alla Prefettura da parte  dei Carabinieri hanno appalesato una situazione sconvolgente di consumo di droghe, soprattutto hashish e cocaina, anche da parte di giovanissimi: a cosa è dovuto questa "corsa" verso gli stupefacenti e cosa si può fare per combatterlo?

"Penso che le famiglie e la scuola, e la società in genere, abbiano negli ultimi anni sottovalutato il problema, considerando l'uso di droghe erroneamente definite "leggere" una sorta di prezzo inevitabile da pagare alla voglia dei giovani di "sperimentare": le droghe, ripeto erroneamente definite leggere, si stanno invece rivelando l'ingresso di un tunnel che porta verso il baratro delle dipendenze.

Ho letto il suo articolo su bagherianews, e lo condivido totalmente.

Occorre tornare a parlare dei danni della droga, che il consumo di droga è un reato: la scuola e le famiglie e tutti i soggetti che svolgono un ruolo nel sociale debbono tornare ad occuparsi con iniziative specifiche di allertare i giovani ei giovanissimi verso i rischi terribili che il consumo di queste sostanze comporta"

La cronaca delle ultime settimane ci dice anche di episodi di emarginazione sociale e di violenza su donne e su minori che lasciano senza parole. che impressione ti ha fatto leggere che a Bagheria si siano consumati drammi di questa portata.

"In questo campo le responsabilità della politica sono più grosse  e decisive: gli investimenti "dedicati" che pure sono serviti a risolvere situazioni  difficile di disagio sociale sono insufficienti. Niente però è stato fatto per la crescita culturale degli abitanti di quartieri a rischio: la mano pubblica ha sostanzialmente lasciato la gestione di queste situazioni difficili alle Caritas parrocchiali, che fanno già miracoli ma non riescono ad arrivare dappertutto.

Io penso che tutti noi dobbiamo essere "sentinelle" di situazioni che ci fanno intuire drammi familiari: con tatto naturalmente, ma dobbiamo avere il coraggio di segnalare ai servizi sociali situazioni di violenze in famiglia, di degrado economico, prima che scoppino le tragedie.

Non possiamo far finta di non vedere e non sentire.

Ripeto che non bastano l'impegno delle autorità preposte e delle Caritas parrocchiali, ma deve essere la nostra coscienza civica la nostra stessa "umanità" e "sensibilità" a intuire e a segnalare situazioni a rischio."

 

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