Le prime indiscrezioni per la soluzione della crisi al tempo del dissesto - di Angelo Gargano

Le prime indiscrezioni per la soluzione della crisi al tempo del dissesto - di Angelo Gargano

Politica
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Il proverbiale attivismo del sindaco Lo Meo ha raggiunto in queste settimane livelli parossistici: dall’eterno problema del Coinres, complicato dal furto del carburante e delle chiavi dei mezzi di raccolta, al dissesto imminente con i creditori alle porte preoccupati della fine che faranno i crediti vantati nei confronti del comune, sino alla soluzione di una crisi alla quale Lo Meo vorrebbe dare una risposta, almeno parzialmente, nuova, ma con l'inevitabile ed estenuante confronto-scontro con interessi e partiti.

C’è n’è abbastanza per fare andare in tilt i telefonini del sindaco che squillano ininterrottamente.

Andiamo al primo punto fermo: Lo Meo, anche se sta pagando, in questa esperienza da sindaco, un prezzo politico e umano altissimo, si sente uno tosto che non intende mollare.
Ritiene di potere gestire questo difficilissimo passaggio che durerà due-tre anni in cui i commissari si occuperanno del ripiano dei debiti, mentre sindaco giunta e consiglio gestiranno la partita corrente.

Sulla carta, e da un punto di vista squisitamente tecnico separare i due piani sembra possibile, (la legge non esclude la coesistenza di commissari liquidatori e organi elettivi), ma dal punto di vista politico e nei fatti sarà molto più complicato..

In questo momento è la soluzione che Lo Meo intende dare all’abbandono della giunta di tre assessori, il problema che lo assorbe maggiormente.

Lo strappo del Partito Democratico non è di poco momento: uno tra i partiti protagonisti della gestione amministrativa nell'ultimo decennio a Bagheria si tira fuori e abbandona il sindaco al proprio destino, proprio quando paradossalmente alla Regione c'è un presidente e una giunta di centrosinistra, con PD e UDC alleati.

Forse perchè non credono che si andrà ancora avanti per molto.

Ha una posizione chiara il P.D. che serve per il presente soprattutto per il futuro: nessun nome né tecnico né politico verrà segnalato al sindaco per l’incarico di assessore, ed il voto, volta per volta, verrà maturato in consiglio in relazione ai provvedimenti che verranno esaminati. Mani libere dunque.

Lo Meo, ed è questo riteniamo uno dei suoi limiti politici, stenta ancora a prendere consapevolezza che in una situazione eccezionale come quella che Bagheria sta vivendo serve dare una risposta altrettanto eccezionale ed originale: il sindaco rimane per troppo aspetti legato ad un modo vecchio di fare politica, dove la mediazione, l’accontentare tutti o il non dispiacere a nessuno, che è la setssa cosa, sembra essere la regola aurea, che nel periodo che stiamo vivendo non è detto però che funzioni e che sia la più giusta.

Lo Meo tenterà, come pare di capire stando ad alcune sue dichiarazioni, di legare il vecchio con il nuovo, di tentare una strada sinora inesplorata come la giunta tecnica, con il sostegno di una parte almeno dei partiti.

Lo Meo, anche se ha ben capito che si salva se butta a mare il consiglio con scelte di rottura, con altrettanta lucidità non intende disconoscere l’appoggio che alcune forze politiche gli hanno dato, anche se con discontinuità e incomprensibili distinguo, nei momenti difficili.

E’ quasi certo pertanto che gli assesori di FLI, Franco Cirafici, e Pietro Miosi dell’ UDC verranno confermati magari con qualche ritocco delle deleghe.

Per quanto riguarda l’Altra Bagheria, la lista civica che lo ha sostenuto alle elezioni,  si parla di un rimescolamento di carte interno: pare che Piero Tornatore, attuale assessore all'urbanistica, oberato da impegni di lavoro voglia tirarsi fuori; ed in questo caso l’erede, come dire naturale, sarebbe Massimo Mineo, visto che la legge prevede che si possa essere consiglieri ed assessori.
Sui tre nuovi c’è una grande confusione: circolano i nomi più disparati, anche se quello che può essere considerato più credibile è quello di Dora Favatella Lo Cascio, che andrebbe ad occupare la delega ai Musei e alla cultura.
Una decisione che non potrà che essere salutata positivamente: al di là e al di sopra di qualunque altra considerazione  rimane il fatto che la Direttrice per trenta anni del Museo "R.Guttuso", da agosto in pensione, sia una figura la cui preparazione e il cui prestigio è conosciuto e riconosciuto da Palermo all'intera Sicilia sino a Roma.

Gli altri nomi che circolano sono stati per cosi dire dei ballon d'essai, dei nomi di assaggio: alcuni hanno suscitato un vespaio nell'apparato amministrativo  e tra i partiti, e Lo Meo, che proprio Robespierre non è, li ha prudentemente ritirati, preferendo ripiegare su figure meno caratterizzate anche se avrebbe in serbo una novità negli organigrammi politici anche informali da utilizzare a supporto della giunta.

Non è facile che la crisi si risolverà in settimana: si ragiona ancora sull'assessore al bilancio e su quello ai Lavori pubblici, con il primo soprattutto che dovrà essere un nome di indiscussa esperienza, preparazione e prestigio, non  facile da individuare.

Ha certamente un progetto in testa Lo Meo, in relazione anche alla rivoluzione Crocetta che si produrrà alla regione, dove in trasparenza si intravede una gestione dei rifiuti che torna in capo ai comuni, una, anche se parziale deroga, al patto di stabilità, l'arrivo di risorse straordinarie che verrebbero assegnate alla regione in cambio di una riduzione di spese e taglio di privilegi che Crocetta pare voglia affrontare di petto, oltre ad un piano regolatore che dovrebbe arrivare al traguardo dell'adozione.

La speranza finale risiede, nel giro di due-tre anni, nella ripartenza dell’economia e nel flusso di risorse che dovrebbero arrivare in Sicilia dall’Europa e nella velocità di un loro impegno in progetti utilie produttivi.

Saranno due tre anni di trincea per poi passare al contrattacco, almeno questa sembra la strategia. Ma la domanda è sempre la stessa: di fronte ad una crisi che morde come mai, reggerà il quadro politico locale?