In crisi la Riscossione Sicilia Spa, i sindacati si appellano al Presidente Crocetta

In crisi la Riscossione Sicilia Spa, i sindacati si appellano al Presidente Crocetta

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On.le Presidente Rosario Crocetta, le rappresentiamo il grave momento, che investe la società che riscuote i tributi in Sicilia e, conseguentemente, i lavoratori tutti del settore.

Infatti il CdA di Riscossione Sicilia spa ha dovuto convocare l’assemblea straordinaria dei soci entro il mese di gennaio per la ricapitalizzazione , così come previsto dal codice civile, avendo utilizzato il fondo di riserva ed interamente il capitale sociale, per ripianare le pesanti perdite subite negli esercizi 2011/2012.

Tale situazione economica-finanziaria non è ascrivibile dall’emanazione nel 2011/2012 di provvedimenti normativi che hanno limitato l’attività dell’agente della riscossione, in quanto tali provvedimenti hanno efficacia sull’intero territorio nazionale, per cui non si comprende il perchè Equitalia e le sue partecipate, hanno ottenuto nel 2011 nella stragrande maggioranza il pareggio di bilancio o addirittura dei profitti ( i dati del 2012 non sono ancora disponibili ).
Né vale come giustificazione la grave crisi economica che attanaglia il Paese, perché la crisi è presente anche al di là dello Stretto e il territorio siciliano anche prima della crisi non versava certamente in condizione socio-economiche ottimali.
Invero oggi esistono due modelli operativi/gestionali del comparto della riscossione in Italia: uno che fa capo ad Equitalia che copre tutta la penisola; e l’altro esclusivamente siciliano con Riscossione Sicilia.

Appare del tutto evidente la scelta politica del precedente Governo Regionale di non investire su uno strettissimo rapporto con Equitalia che avrebbe consentito ampissime sinergie di scala, risparmi gestionali importanti ed uniformità operativa (identica piattaforma tecnologica, utilizzo di convenzioni già stipulate con ordini, associazioni, guardia di finanza, identici criteri per cautelare il credito etc. ).
Tante è vero che i contatti periodici con Equitalia, , fin dal gennaio del 2011 sono stati sempre più radi, proseguendo in ultimo solo per definire un eventuale accordo, mai concluso, con Sogei ,relativamente all’utilizzo della piattaforma tecnologica. 

Ancora oggi il modello organizzativo di Riscossione Sicilia rimane quello di vent’anni fa ed un serio piano industriale manca ormai da più di un lustro!
In questo deve essere cercata la radice di questa crisi.

A nulla vale come giustificazione il compito e la responsabilità di traghettare il sistema della riscossione dei tributi siciliano, da una gestione con una forte presenza azionaria del socio privato ( oltre il 40% banca MPS ) ad una gestione interamente pubblica a partire dal 1.1.2011 ( 60% Regione Siciliana, 40% Agenzia delle Entrate ) e dal 1.9.2012, 90% Regione Siciliana e 10% Equitalia S.p.A.; anzi quest‘ultimo passaggio è la prova del ruolo marginale immaginato per Equitalia che di conseguenza, ha scelto di rinunziare ad avere un rappresentante all’interno del c.d.a di Riscossione Sicilia per non ,crediamo , partecipare in posizione marginale alla gestione di una società che, per dirla come il precedente Assessore Regionale all’Economia, “va a ramengo” .

La scrivente organizzazione sindacale già da tempo si è fatta carico di una scrupolosa analisi e di una rigorosa proposta d’intervento pubblicamente rappresentata e purtroppo, ad oggi, rimasta inascoltata.
Ci appariva evidente la china lungo la quale stavamo scivolando!
Già una mera lettura dei risultati di bilancio evidenziava uno squilibrio finanziario, che portava la Serit Sicilia SpA oggi Riscossione Sicilia SpA ( a seguito della fusione inversa del 1.9.2012 ) ad una perdita annua costante a partire dal 2010, dovuta anche al venir meno dell’erogazione della cosiddetta “ clausola di salvaguardia “ da parte della Regione Siciliana, ed era chiaro che tale deriva, con il passare del tempo avrebbe, comunque compromesso l’integrità patrimoniale della società.

Signor Presidente Ie rappresentiamo con profonda convinzione che la riscossione dei tributi in Sicilia potrebbe non essere un centro di costo per il Governo Regionale, ma una leva di sviluppo, di equità e di coesione sociale.

Un processo di ristrutturazione del comparto, che abbia come architrave un rapporto funzionale/organizzativo con Equitalia, parallelo alla doverosa ricapitalizzazione, potrebbe portare al risanamento dei conti e quindi al pareggio di bilancio, in tempi accettabili.

Le chiediamo, per tanto, l’apertura di un tavolo di crisi immediato con la partecipazione di tutti i soggetti istituzionali interessati per la messa a punto di una road map che abbia tempi certi a tutela del comparto, del lavoro e delle 800 famiglie dei lavoratori esattoriali.

La Segretaria Generale FIBA CISL Sicilia Anna Cutrera

Il Segretario Resp.Le SAS di Complesso Riscossione Sicilia Pietro Di Quarto 

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