Cronaca

I Finanzieri del Nucleo Mobile della Compagnia di Termini Imerese, in provincia di Palermo, unitamente ad Ispettori della S.I.A.E. del capoluogo siciliano, hanno effettuato un controllo presso la sede di una radio sita nel circondario termitano al fine di verificare il rispetto degli obblighi imposti dalla normativa che disciplina il sistema radiotelevisivo pubblico e privato e le disposizioni sulla protezione del diritto d’autore.

Alla richiesta di esibire tutta la documentazione afferente le autorizzazioni previste dalla legge, il titolare è stato in grado di consegnare solo il decreto di concessione all’esercizio della radio diffusione a carattere commerciale in ambito locale rilasciato dal Ministero delle telecomunicazioni, ma non anche la prescritta licenza SIAE in corso di validità per la diffusione di opere musicali rientranti nel repertorio gestito dalla stessa società.

Dagli ulteriori accertamenti eseguiti è altresì emerso che la radio non ha provveduto al pagamento dei diritti SIAE e di quelli connessi all’esercizio dei diritti d’autore nel corso delle trasmissioni radio, con conseguente responsabilità del titolare, per diffusione abusiva di opere tutelate dal diritto d’autore, denunciato all’ Autorità Giudiziaria.

I militari della Guardia di Finanza hanno quindi posto sotto sequestro 3 computer contenenti 9175 files musicali, relativi ad una play list in uso all’emittente radiofonica, illecitamente riprodotti e utilizzati per le trasmissioni.

Verranno contestate anche le sanzioni pecuniarie amministrative previste dalla legge sulla tutela del diritto d’autore, che vanno da un minimo di 103 ad un massimo di 1.302 euro per ogni file musicale illecitamente duplicato o riprodotto. 

I Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Palermo, che hanno tratto in arresto tre persone per il reato di furto aggravato in concorso. E’ accaduto nel tardo pomeriggio di venerdì 17, quando le pattuglie del Nucleo Radiomobile, su segnalazione della Centrale Operativa, riuscivano a bloccare tre presunti ladri, identificati in VELLA Luca, nato a Palermo classe 89, residente a Bagheria; FARACI Vincenzo, nato a Palermo classe 1985, ivi residente e GAMBINO Rosa, nata a Palermo classe 1994, residente a Bagheria, poiché sorpresi, unitamente ad altri due complici datisi alla fuga, mentre erano intenti ad asportare rame e materiale in alluminio, risultato per un peso complessivo di chilogrammi 67, da un immobile di via Ingham.

L’intera refurtiva recuperata nel corso delle operazioni, è stata restituita al legittimo proprietario, mentre gli arnesi da scasso, sono stati posti sotto sequestro.

In Caserma, dopo le formalità di rito, sono stati dichiarati in arresto perché colti in flagranza del reato di furto aggravato in concorso. La competente Autorità Giudiziaria, disponeva di essere giudicati con il rito della direttissima, conclusasi nella giornata di ieri, con la convalida degli arresti e la misura cautelare dell’obbligo di firma per tutti e tre gli indagati, pertanto rimessi in libertà. 

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VELLA LUCA                                            GAMBINO ROSA                                   FARACI VINCENZO

E' la quarta volta ormai che i ladri durante i giorni del week end quando gli uffici restano chiusi, mettono a segno i loro colpi , che sembrano essere incursioni molto mirate: a turno nell'ultimo anno sono stati letteralmente depredati di computer e attrezzature informatiche gli uffici della sezione Urbanistica, degli uffici legali e dei tributi, dei servizi della solidarietà sociale, ed ora i computer dell'Ufficio Finanze, che sono ospitati presso la sede centrale del comune in corso Umberto.

In questo momento la Polizia sta effettuando i rilievi del caso ed attende l'arrivo della 'scientifica': la cosa che risulta strana, già ad un primo esame, è il fatto che in alcune stanze che erano aperte non è stato rubato nulla, mentre le stanze che erano chiuse a chiave sono state forzate ed i computer asportati.

La Polizia sta raccogliendo informazioni dai dipendenti degli uffici che sono stati i primi stamane ad accorgersi dell'effrazione perpetrata dai malviventi.

altE' certo che i ladri sono entrati da una finestra che dà su via Goethe, scalando prima le inferriate quindi i condizionatori d'aria, e muovendosi poi all'interno come se sapessero molto chiaramente cosa cercavano.

Si sta facendo l'inventario delle cose mancanti e sarebbero almeno quattro i computer rubati e tra questi quelli di Liborio Raspanti, uno dei dipendenti più impegnati nella redazione dei bilanci, e quello della dirigente del Settore, dr.ssa Vincenza Guttuso, che ha avuto rubato anche il suo portatile personale che si trovava in ufficio, mentre sono stati ritrovati abbandonati nelle stanze computer i cui collegamenti erano già stati staccati.

Un altro dei computer mancanti conterrebbe, secondo quanto ci è stato riferito, i dati sui rimborsi alle aziende presso cui lavorano alcuni consiglieri comunali, per le loro partecipazioni alle attività consiliari.

Forse qualcosa è andato storto, o forse, quel computer non interessava: non può essere un caso che computer nuovi e a portata di mano siano stati 'trascurati' mentre si sono 'scassate' delle porte per cercare i computer 'giusti'.

Sono stati inoltre tralasciati dai 'ladri' schermi, tastiere e stampanti.

E' ormai inquietante questa scia di furti al comune che fa pensare ad una regìa accorta che cerca o di mettere i bastoni tra le ruote dell'amministrazione ritardando adempimenti e scadenze o di fare sparire qualcosa o ancora di entrare in possesso di informazioni riservate.

 

Successivamente al suo ritorno in carcere nel dicembre del 2008 dopo un breve periodo di libertà, gli era stato sequestrato un patrimonio di circa 1.000.000 di euro; denaro però che era custodito in conti correnti intestati ai figli.

Secondo l'accusa questi redditi potevano essere fatti risalire alla disponibilità di Giuseppe Scaduto, arrestato nell'operazione 'Perseo' assieme ad altri nomi altisonanti dei mandamenti mafiosi palermitani con l'accusa di aver voluto ricostituire la cosiddetta 'cupola' di cosa nostra; per questi redditi avrebbe dovuto presentare regolare dichiarazione  e pagare l'IRPEF conseguente per un totale di 382.000 euro secondo i conteggi fatti dal rappresentante dell'accusa.

Ma Scaduto, difeso dall'avvocato Jimmy D'Azzò è riuscito a dimostrare che il denaro sequestrato apparteneva legittimamente ai figli del boss; è caduta così l'accusa di evasione fiscale, poca cosa in effetti rispetto alle imputazioni ben più pesanti che avevavno portato lo Scaduto ad  una condanna a 14 anni.

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