Cronaca

I medici non sciolgono ancora la prognosi per il piccolo Alessandro Grado, 11 anni, coinvolto ieri, assieme al padre Nicolò che ha perso la vita, nell'incidente che ha visto la Moto Ape scontrarsi quasi frontalmente con il furgone Citroen  della SDA, come in un tragico appuntamento.

La salma ricomposta di Nicolò è stata riportata nella abitazione dove viveva con la moglie Daniela e i due figli, in via Impastato, in contrada Monaco, e viene vegliata da familiari e amici.

La moglie ha preferito restare nella corsia della Rianimazione dell'Ospedale dei Bambini' G.Di Cristina', dove il figlio Andrea è stato sottoposto ad un intervento chirurgico che ha riguardato soprattutto la ricomposizione e la ricostruzione degli arti inferiori.

Il bambino ha superato la fase cruciale dell'intervento e anche se i sanitari mantengono la massima riservatezza, hanno lasciato filtrare la notizia che il piccolo ha dimostrato di essere in grado di respirare anche autonomamente.

Sono stati ridotti i sedativi ma la situazione rimane estremamente seria anche per la presenza di un ematoma al capo, sul quale i medici contano di intervenire successivamente in base alla evoluzione delle condizioni del bambino.

Tutto il quartiere Monaco si è stretto accanto alla famiglia di Nicolò Grado, che, originario del quartiere palermitano di S. Rosalia, si era trasferito a Bagheria dopo il matrimonio con Daniela.

Quello che si sta consumando sin da ieri è il dramma non solo di una famiglia ma di un intero quartiere il cui nome, contrada Monaco, è diventato a Bagheria quasi sinonimo di degrado sociale ed economico.

Ma chi conosce da vicino quella realtà sa bene, non solo quanto dolore e quanta sofferenza vi siano presenti, ma anche quanta solidarietà vera, quanta ricchezza umana, quanta voglia di riscatto riesce ad esprimere contrada Monaco.

E lo sa bene soprattutto la comunità parrocchiale che vive attorno alla chiesa San Giovanni Bosco, il cui parroco, padre Francesco Michele Stabile, volle far nascere nel 2000, in uno scantinato, la casa di Dio proprio al confine tra il centro città e la periferia, quasi come 'ponte' come 'mano tesa' verso chi è più debole e bisognoso.

Ed è la comunità parrocchiale che per prima assieme a familari ed amici si è mossa per stare vicino al dolore della famiglia Grado.

altPadre Francesco Stabile, che nel quartiere conosce tutti, conosceva bene anche la  famiglia Grado: da Nicolò che si guadagnava da vivere con la sua Moto Ape, alla moglie Daniela , che è cresciuta, ci dice, nella nostra parrocchia, al piccolo Andrea che partecipava alle lezioni di catechismo, alla sua sorellina Alessandra, di un anno più piccola.

'Siamo certi che si  mobiliterà la comunità, si mobiliterà Bagheria - aggiunge padre Stabile - per dare sollievo al dolore di questa famiglia'.

Intanto l'inchiesta  dei Carabinieri per accertare la dinamica dei fatti va avanti: c'era una bicicletta quasi addossata alla Moto Ape ribaltata ed un altra auto, una Opel, danneggiata nel cofano posteriore come se avesse subito un tamponamento.

I funerali di Nicolò Grado si svolgeranno presso la Chiesa San Giovanni Bosco giovedì 18 luglio alle ore 11.

 

E' costata cara a due giovani bagheresi quella che è stata qualificata come presunta violenza di gruppo, consumata nella nottata di domenica subito dopo la conclusione del Festino.

I due, come riporta oggi Romina Marceca sulla Repubblica, edizione di Palermo,  facevano parte di un gruppo di sette giovani che a conclusione dei festeggiamenti della 'Santuzza' ha creduto bene di cominciare ad importunare pesantemente due turiste spagnole che si trovavano a passeggiare tra via Roma e via Maqueda, cominciando dalle allusioni pesanti per passare subito dopo alle vie di fatto, cominciando cioè a 'palpeggiarle' nelle parti intime;  le urla delle ragazze hanno attirato l'attenzione di altre persone che hanno tentato di mettere in fuga il 'branco'.

Nel frattempo accorrevano le volanti della Polizia  che riportavano la calma e procedevano all'arresto di Giuseppe M.  e di Daniele B. rispettivamente di 21 e di 24, mentre altri due giovani sono stati denunciati a piede libero per rissa.

Le due turiste sono state quindi accompagnate dalla Polizia in Questura dove, comprensibilmente scosse,  hanno riferito i dettagli del gravissimo episodio.

Due furti in abitazioni sono stati portati a termine durante il fine settimana.

A Bagheria il primo: in un appartamento di proprietà di P.D., al 3 ° piano di via Papa Giovanni,  gli occupanti al loro rientro  nella serata di sabato 13  intorno alle 21, hanno trovato segni evidenti di di effrazione della porta di ingresso..

Entrati in casa il solito spettacolo di ambienti, armadi e cassetti messi sottosopra: ma la sgradita sorpresa in più è stata che la cassaforte  era stata incisa e tagliata con una piccola sega circolare, ed il  contenuto era stato asportato.

Consistente il bottino: circa 5.000 euro di denaro contante oltre a gioielli di vario tipo in oro. Nessuno degli inquilini ha però segnalato strani rumori o movimenti anomali nel palazzo.

L'altro furto è stato consumato in territorio di Santa Flavia lungo la SP 16 che conduce da Bagheria a Casteldaccia ( detta 'dei valloni'): nella giornata di ieri domenica al loro rientro sempre intorno alle 21, dopo una giornata trascorsa fuori,  gli inquilini di una villetta hanno notato che la persiana di ingresso era stata forzata.

Dall'abitazione, il proprietario C.G. ha denunciato che era stato asportato un televisore a schermo piatto Modello Samsung di 55', oltre a diversi oggetti e monili in argento e oro.

Erano da poco passate le 14 di questo pomeriggio quando, proprio davanti il cimitero di Santa Flavia sulla S.S. 113  il rumore delle lamiere per l'urto violento tra i due mezzi ha  fatto soprassalire i residenti delle villette che si sono precipitati in strada per vedere quanto fosse accaduto.

Un furgone modello Citroen Jumpy della 'SDA Express Courier' che andava in direzione di Santa Flavia si era scontrato quasi frontalmente con un'Ape Piaggio che viaggiava in direzione opposta,  a meno di cinquanta metri dal cimitero di Santa Flavia, ed alla cui guida si trovava un uomo, Nicolò Grado, 29 anni, abitante in contrada Monaco in via Impastato, che si guadagnava la vita raccogliendo ferro vecchio e con altre piccole attività di trasporto.

Lo spettacolo che si è presentato ai primi soccorritori è stato agghiacciante: il conducente dell'Ape incastrato tra le lamiere della parte anteriore del mezzo che è andato letteralmente in frantumi.

Nicolò Grado ( nella foto) è morto probabilmente subito dopo il terribile impatto ed il figlio che viaggiava con lui, era rimasto gravemente ferito, ma  vivo.

Scatta l'allarme, accorrono Polizia, Carabinieri, ambulanze del 118 e soprattutto  Vigili del fuoco, e saranno loro a dover compiere la parte più pietosa e più difficile: estrarre il corpo del conducente dell'Ape  e cercare di salvare il bambino, che pur in condizioni gravi, però era ancora vivo.

Il ragazzino  è stato portato proprio qualche decina di minuti fa intorno alle 15.30 a Palermo tramite l'elisoccorso, e si spera di salvarlo: stando all'impressione di qualcuno dei soccorritori potrebbe farcela.

Sul luogo arriva il corteo di familiari e conoscenti che, increduli per quanto accaduto, non sanno darsi pace.

Il loro congiunto uscito di casa poche decine di minuti prima , adesso è la, coperto da un brandello di lenzuolo.

Nessuno che non l'abbia provato può riuscire a descrivere lo strazio di questi momenti: medici, forze dell'ordine, amici che abbracciano i congiunti e che cercano se non di lenire, almeno di tenere sotto controllo la loro disperazione.

Le donne soprattutto, ma anche uomini grandi e grossi piangono come bambini, si abbracciano, tremano come foglie per questo colpo di maglio che li ha colpito alla testa e al cuore.

Per il resto le scene di sempre: medici e infermieri che si affannano a cercare di dare un minimo di sollievo, e polizia, carabinieri e vigili del fuoco che pure ne hanno visto tante, stavolta hanno le facce sconvolte.

Le scene  che hanno appena visto sono state troppo forti anche per loro.

Il traffico naturalmente è stato interrotto sulla 113 e bisognerà attendere l'arrivo del magistrato che dovrà autorizzare la rimozione del cadavere.

A qualche decina di metri il 31 marzo, domenica di Pasqua, si era verificato  un altro gravissimo incidente dove aveva perso la vita un pescatore di Porticello, Antonino D'Acquisto, ed erano rimasti più o meno gravemente ferite altre sei persone, tra cui la figlia e la moglie del D'Acquisto.

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Aggiornamento.

Il piccolo Alessandro, 11 anni, è stato ricoverato al Reparto di rianimazione all'Ospedale dei Bambini ( e non all'ISMETT come avevamo scritto in un primo momento) dove in questo momento viene sottoposto ad un delicato intervento chirurgico, ma le sue condizioni sono molto gravi.

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