Cronaca

Palermo- "Ambasciator porta pena" se lo fa via sms. Lo sancisce la Cassazione, secondo la quale anche solo un paio di messaggini mandati "a fin di bene" per mettere in allerta qualcuno, costituiscono una molestia.

Ecco perchè la Prima sezione penale - sentenza 2597 - ha convalidato una multa di 400 euro, oltre ad un risarcimento di 500 euro, a carico di Rosa C., una 48enne di Palermo che in due occasioni, il 30 dicembre 2006, e l'8 gennaio successivo, aveva mandato due sms alla cognata Antonella D. F. nei quali, in sostanza, la metteva al corrente dei ripetuti tradimenti del marito.

"E' giusto che tu lo sappia, Sergio da sempre ti fa le corna..." Il secondo, inviato l'8 gennaio, restava in tema con la giornata: "Tuo marito è un bel ragazzo e tu una befana, non ti resta che fare la cornuta contenta". Due messaggi mandati direttamente con il cellulare personale, senza occultare il numero. Ne è nata una lite giudiziaria e la condanna per molestie inflitta a Rosa C. dal Tribunale di Palermo, il 28 giugno 2011.

Inutile la difesa di Rosa in Cassazione, volta a dimostrare che si era trattato di due sms, inviati di giorno da utenza cellulare, "nemmeno nascosta". Piazza Cavour ha dichiarato inammissibile il ricorso della donna e ha evidenziato che "non vi è dubbio che il contenuto dei due suddetti sms, inviati dall'imputata alla parte lesa, erano idonei a recare molestia e disturbo". Il reato punito dall'art. 660 c.p., precisa ancora la Cassazione, "è plurioffensivo poichè protegge, oltre la tranquillità della persona offesa, anche l'ordine pubblico, che però è sufficiente, per la sussistenza del reato, che sia messo solo in pericolo per la possibile reazione della parte offesa". Rosa C., oltre alle spese processuali e al versamento di mille euro alla Cassa delle ammende, dovrà anche rifondere la cognata con 1500 euro per le spese processuali affrontate in Cassazione

tratto da Repubblica.it

Venerdì scorso si è svolto presso villa Filangeri, sede del Comune di Santa Flavia, un tavolo tecnico voluto dal sindaco Salvatore Sanfilippo per trovare una soluzione alla questione dei Tir caduti in mare da un traghetto della Grimaldi Lines al largo di Capo Zafferano lo scorso 9 dicembre.

L’incidente sta mettendo in difficoltà la marineria di Porticello perché, essendo gli automezzi affondati in un tratto di mare dove parecchie motobarche della flotta peschereccia della frazione marinara praticano la pesca a strascico e del palangaro di fondo, mettono a rischio la sicurezza delle barche e degli equipaggi.

Hanno partecipato all’incontro tutte le categorie e gli enti direttamente interessati e coinvolti: I delegati dell'Arpa Ing. Salvatore Caldara e l'Ing. Alberto Mandanici; il dott. Guido Trombetta in rappresentanza della compagnia Grimaldi, il Comandante della Capitaneria di Porto di Porticello Silvia Maria Malagrinò; Francesco Zizzo dell' Anapi Pesca, Antonino Lo Presti e Salvino Roccapalumba rispettivamente direttore generale e dirigente dell'assessorato regionale Pesca, e in rappresentanza dell'amministrazione di Santa Flavia, il sindaco,dottor Salvatore Sanfilippo; oltre al sindaco era presente il dottor Francesco Latino responsabile degli affari legali del Comune.

Erano presenti anche un folta rappresentanza di pescatori porticellesi interessati agli sviluppi e alla soluzione del problema.

Il sindaco Salvatore Sanfilippo nel suo accorato intervento ha sottolineato la grave crisi che sta attanagliando il settore della pesca a Porticello e di tutto le attività che ruotano attorno alla pesca -"la pesca e il suo indotto sono il motore della nostra economia, già da tempo in crisi a causa anche delle normative europee in materia troppo restrittive”- ha dichiarato il sindaco, che poi ha aggiunto  -“Quei Tir e quei container in fondo al mare impediscono a decine di imbarcazioni con i rispettivi equipaggi di pescare in quella zona che prima rappresentava la fonte del loro reddito. E’ venuta a mancare la sicurezza per imbarcazioni e pescatori, tant’è che già si sono verificati episodi di seri danni alle attrezzature di pesca; se non risolto quanto prima, questo problema rischia di mettere definitivamente in ginocchio centinaia di pescatori che dalla pesca traggono sostentamento per sé e per le loro famiglie”- .

Francesco Zizzo dell'Anapi pesca ha ringraziato l'amministrazione per aver organizzato l'incontro con le varie parti coinvolte, denunciando oltre alle enormi difficoltà economiche del comparto pesca anche la scarsa attenzione nei confronti dei pescatori, sollecitando i soggetti in causa ad essere maggiormente solleciti nel voler risolvere la questione. Il rappresentante della compagnia di navigazione Grimaldi, dr. Guido Trombetta, società armatrice del traghetto, che, suo malgrado, è all’origine dei problemi che si sono venuti a creare, nel suo intervento ha chiarito che la compagnia è pronta ad ottemperare ai provvedimenti che saranno disposti dalla Capitaneria di porto, compresa la eventuale rimozione dei mezzi affondati.

Il direttore generale dell'assessorato pesca Antonino Lo Presti ha evidenziato come la vicenda presenti aspetti complessi anche sul piano giuridico, concludendo: “Sarò interprete delle istanze della marineria presso l'Assessorato e posso garantirvi che la vicenda sarà affrontata con la massima sollecitudine per trovare, per quanto di nostra competenza, una soluzione che sia la più rapida e soddisfacente”.

A chiusura dell’incontro il sindaco ha ribadito -“Siamo vicini alla nostra gente, non ci stiamo disinteressando del problema, e questo incontro, che giudico proficuo, ne è la prova. Ci auguriamo che in tempi rapidi i mezzi affondati possano essere rimossi o comunque opportunamente segnalati in modo da non costituire pericolo”-.

-“Adesso non ci resta che attendere l'esito dell'indagine della Capitaneria di porto che è tutt'ora in corso: mi impegno a tenere personalmente i contatti con i dirigenti dell’Assessorato regionale pesca e con la Capitaneria per sollecitarli, ognuno del rispetto dei propri ruoli istituzionali, a risolvere le conseguenze di questo increscioso episodio”-. 

Tratto da http://comune.santaflavia.pa.it/

PALERMO- Minacce di morte al presidente della Regione Rosario Crocetta e a un rappresentante di Confindustria.

Come apprende l'Adnkronos, una lettera contenente minacce di morte al governatore siciliano e a un imprenditore è stata recapitata oggi presso la sede di Confindustria siciliana. Nella lettera, indirizzata all'imprenditore dell'Ance iscritto a Confindustria, si legge tra l'altro: "Fatti i fatti tuoi e se continuerai ti faremo fare la stessa fine di quel garruso di Crocetta che sarà scannato come un maiale".

"Questa lettera contenente minacce di morte nei miei confronti non fa che confermare ulteriormente che su di me esiste un progetto di eliminazione". Lo ha detto all'Adnkronos il presidente della Regione, Rosario Crocetta, parlando delle minacce di morte ricevute oggi da una lettera indirizzata a lui e a un iscritto di Confindustria.

A Crocetta è stata subito espressa solidarietà dal gruppo del Pdl all'Ars e del leader dell'Udc, Gianpiero D'Alia. Messaggi di solidarietà anche dal capogruppo del Pd Baldo Gucciardi e dal coordinatore regionale dell'Api Bartolo Fazio.

tratto da livesicilia.it

Potrebbe essere questione di ore l'individuazione dell'automobilista responsabile della morte del sessantenne casteldaccese nel pomeriggio di sabato scorso. Una videocanera di servizio di una attività commerciale avrebbe ripreso con sufficiente nitidezza e definione  tutte le fasi dell'incidente.

Pietro Perillo che si ferma con la sua auto e scende per riparare la motoape del figlio rimasto in panne, motoape che malauguratamente si trova in curva: senza giubbotto arancione in una strada in quel punto scarsamente illuminata, l'urto dell'auto investitrice ha conseguenze terribili con l'uomo sbalzato in avanti.

Nel filmato pare siano chiaramente  visibili altre auto che prima dell'urto mortale quasi sfiorano l'uomo che sta armeggiando intorno al mezzo; poi arriva l'auto investitrice che travolge l'uomo.

Si vede l'auto responsabile dell'impatto che rallenta e che subito dopo riprende velocità: è stato poi un altro passante ad accorgersi del corpo riverso per terra e dare l'allarme al 118: gli operatori dell'ambulanza hanno cercato di rianimare l'uomo che pare respirasse ancora, ma non c'è stato niente da fare.

Ora i Carabinieri di Bagheria che stanno indagando sul caso, si stanno concentrando sulle immagini della videocamera che possono consentire  di riconoscere il tipo di mezzo e di leggere la targa  per risalire alla identità dell'investitore, per il quale scatterà oltre che l'accusa di omicidio colposo, anche quella di omissione di soccorso.

Altri articoli...

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.