Mafia: Il pentito Stefano Lo Verso trasferito in una località segreta

Mafia: Il pentito Stefano Lo Verso trasferito in una località segreta

cronaca
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Stefano Lo Verso, primo e unico collaboratore di giustizia che ha rinunciato alla località protetta per tornare nella propria terra, ora lascia la Sicilia. Qualche settimana fa ha infatti accettato di rientrare nel sistema di protezione.


“Io non mi arrendo - diceva Lo Verso qualche anno fa - sono i mafiosi a dover andare via”. E per quattro anni l'ex reggente di Ficarazzi è riuscito a convivere con la paura, ma quando ad aprile, grazie anche alle sue dichiarazioni, sono finite all'ergastolo altre due persone, il timore di subire ritorsioni ha cominciato a mettere in dubbio la sua scelta. Alla paura si sarebbe aggiunto “il progressivo isolamento” spiega il legale Monica Genovese al quotidiano online siciliano. La famiglia intanto ha scelto di non seguire il collaboratore di giustizia in località protetta ma di rimanere in Sicilia.
Stefano Lo Verso decise di collaborare con la giustizia spinto da una crisi mistica dopo aver scontato la sua pena in carcere. A febbraio del 2011 si presentò da uomo libero alla caserma di Ficarazzi. “Voglio cambiare vita, voglio rompere con il passato. Leggendo la Bibbia ho capito tante cose” furono le prime parole messe a verbale dal boss.
Spiegò da subito che nel 2006 la cosca mafiosa di Bagheria voleva uccidere il sostituto procuratore Nino Di Matteo e il senatore Pd Giuseppe Lumia, e il giorno che si presentò alla caserma di Ficarazzi consegnò una busta dicendo di darla al più presto al dottore Di Matteo. Di lì a poco l'allora capomafia di Ficarazzi iniziò ad incontrare il magistrato, firmando in gran segreto decine di verbali. Una collaborazione del tutto riservata fino al 10 maggio di quell’anno. Successivamente, abbandonato dalla famiglia che si era dissociata, accettò di entrare nel programma di protezione per poi decidere di tornare nella sua terra nel 2012.
Molte sono stati i fatti raccontati dal pentito, il quale avrebbe ospitato il boss Provenzano durante la latitanza per un periodo, le sue dichiarazioni su racket e omicidi sono state riscontrate tutte.

 Articolo interamente tratto da antimafiaduemila.com di Francesca Mondin 

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