Il consiglio delle parrocchie su voto amministrative 2011

Il consiglio delle parrocchie su voto amministrative 2011

Politica
Typography

Il Consiglio interparrocchiale di Bagheria, in vista delle prossime elezioni amministrative, si interroga e si rivolge alle Comunità ecclesiali per renderli più consapevoli della responsabilità che ogni cristiano e ogni comunità debbono avere nell'esercizio del proprio voto che orienterà le scelte dei prossimi cinque anni per la vita della città.

Le nostre comunità intendono vivere la testimonianza di fede dentro questa società bagherese, collaborando con tutte le forze sociali sane, per la ricerca del bene di tutti i cittadini.

Dobbiamo, purtroppo, constatare che spesso anche noi cristiani e comunità ecclesiali non ci siamo adoperati per una solidarietà aperta al bene comune, che comporta la crescita del dovere-diritto di partecipazione alla vita pubblica e il soddisfacimento dei diritti elementari di cittadinanza.
Dobbiamo confessare che, a parte alcune minoranze, non sempre siamo stati vigilanti come voce dei più deboli della nostra società e non sempre siamo stati portatori di proposte e di collaborazione anche con le istituzioni della città.
Lentamente si va vanificando l'identità di questa città per la perdita di una storia comune, di tradizioni comuni, di memoria comune.

Sono così nati i luoghi di emarginazione che la città fa fatica a riassorbire, mentre il degrado del centro storico abbandonato viene segnato da grosse sacche di povertà diffusa delle fasce più deboli della popolazione e di nuovi immigrati in cerca di affitti a basso prezzo.
Ad allargare le fasce di fragilità sociale contribuisce anche il cambiamento dei costumi: la rottura di molte famiglie espone anziani alla solitudine e donne e figli a una situazione di difficoltà economica che si aggrava per la mancanza di lavoro o per l'impossibilità di lavorare per accudire i figli.

Riteniamo, pertanto, nostro dovere impegnarci perché venga data priorità alla politica del lavoro e della casa.
La mancanza di lavoro e, a volte, lo sfruttamento del poco lavoro esistente, sta alla radice di tanta instabilità sociale, della crescita della microcriminalità, del disadattamento sociale. Infatti, nonostante l'impegno della scuola, delle comunità ecclesiali, di associazioni e gruppi vari a portare avanti progetti educativi per i ragazzi e i giovani, tutto rimane quasi vanificato dalla mancanza di sbocchi lavorativi che non offre motivazioni alla formazione professionale e al rispetto verso una società che ai giovani non sembra mostrare un volto amico.

Il problema della casa, a sua volta, diventa un dramma per chi non ha reddito a causa di disoccupazione o di non occupazione.
La Caritas cittadina già nel 2006 pose il problema della casa come questione vitale per le famiglie e poiché la situazione si fa sempre più grave, noi ribadiamo la necessità urgente di intervenire su tale problematica.
Siamo consapevoli dell'immane lavoro che tutto questo comporta e siamo, altresì, coscienti che è possibile risolvere i problemi.
Solo si richiede: a noi tutti una coscienza di cittadinanza attiva e partecipe; ai politici una nuova cultura politica che metta al primo posto il bene comune e sia lontana da interessi personali, clientelari e mafiosi.
Dobbiamo perciò vigilare affinché il voto non sia oggetto di compravendita.
Si chiede, pertanto, alle forze politiche e amministrative che:

1. si attivi e si formi una burocrazia che sia di servizio tempestivo ai cittadini e non di privilegio evitando la moltiplicazione di consulenti con la falsa prospettiva di risolvere i problemi;

2. si creino le infrastrutture per favorire, attivare, facilitare le attività lavorative;

3. non ci si dimentichi del decoro, della vivibilità e della sicurezza della città, dell'apertura di spazi di aggregazione e di svago.
Dobbiamo, come cittadini e come cristiani, essere vigilanti sulla vita dell'amministrazione della città, sui bilanci, sulla realizzazione dei programmi chiedendo verifiche periodiche e Consigli comunali aperti su singole problematiche della città.
Non ce la faremo se continueremo a rincorrere continuamente l'emergenza, perché questa non favorisce il crescere della vita sociale e civile.

Diventa, pertanto, necessario, da parte del nuovo Consiglio comunale e della nuova Amministrazione aprire un cantiere di programmazione con tavoli per ogni settore di attività della città a cui invitare cittadini e organizzazioni.
La crisi attuale può apparire solo economica, ma invece la crisi più profonda è crisi culturale e morale. Sono venuti meno riferimenti fondamentali e, mentre si rivendica la propria libertà e autonomia come valore individuale, si sperimenta spesso la perdita del valore della vita sociale e della condivisione.
Su esperienze comunitarie si può costruire una nuova identità della città, altrimenti il pericolo che corriamo è grande.

Le Comunità ecclesiali devono aiutare la formazione di una nuova coscienza religiosa, che avrà la sua ricaduta anche nella crescita della responsabilità civica dei cristiani e, soprattutto, devono stare dalla parte dei più poveri della città, se vogliono essere voce profetica e libera.

Bagheria, 28/03/2011,

Il Consiglio Interparrocchiale di Bagheria
We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.