Cronaca

Un incidente che, per la dinamica con cui si è svolto, avrebbe potuto avere gravissime conseguenze, ha avuto per fortuna un esito  non particolarmente grave.

Erano le 17.30 del pomeriggio di giovedì 1 marzo quando in via Dante a Bagheria proprio davanti al "Bar dello studente" due ragazzini giocavano a rincorrersi: all'improvviso uno di loro M.G. di soli sette anni è sbucato tra due autovetture posteggiate e si preparava ad attraversare di corsa la strada: in quel momento arrivava, per fortuna a velocità moderata, una Citroen C2  il cui conducente però nulla ha potuto per evitare l'impatto.

Stando a qualche testimonianza di chi era presente, il bambino inizialmente dopo l'impatto con l'auto si sarebbe rialzato da solo per poi crollare svenuto su una delle autovetture parcheggiate; immediatamente il piccolo è stato soccorso dai presenti e adagiato su una panchina.

L'allarme al 118 è scattato subito, ed in poco tempo l'ambulanza è arrivata sul posto, anche perchè la richiesta di soccorso era stata particolarmente concitata.

Per fortuna gli operatori hanno verificato che ad un esame sommario il bambino aveva solo una ferita alla fronte, qualche contusione ed un grosso choc dovuto alla paura.

Il piccolo è stato portato subito all'Ospedale dei Bambini, mentre gli agenti del Nucleo Antinfortunistico della Polizia Municipale procedevano ai rilievi di rito per accertare le modalità del fatto.

 

 

Riaprire l'istruttoria dibattimentale: è questa la richiesta del procuratore generale Luigi Patronaggio alla prima udienza del processo d'appello all'ex governatore siciliano Salvatore Cuffaro, imputato di concorso in associazione mafiosa, e che in atto sta scontando nel carcere di Rebibbia una condanna definitiva a sette anni.

A indurre l'accusa a riaffrontare l'istruttoria sono le rivelazioni del pentito Stefano Lo Verso che ha cominciato a collaborare, dopo però la sentenza di primo grado su Cuffaro, in cui si diceva di  non doversi procedere per "ne bis in idem" a carico dell'ex Governatore, vale a dire per il fatto che non si può essere processati due volte per gli stessi reati.

Le deposizioni del pentito di Ficarazzi, invece, secondo il P.G. aprirebbero nuovi scenari sul ruolo di Cuffaro.

Lo Verso per anni vicino al capomafia Bernardo Provenzano, di cui ha curato la latitanza, ha rivelato che Cosa nostra decise di appoggiare Cuffaro alle elezioni e ha parlato di rapporti tra l'ex.goverantore e il capomafia.

Quanto dichiarato da lO Verso sull'argomento dovrebbero essere secondo Patronaggio approfondite in un nuovo dibattimento processuale.

Il magistrato ha anche chiesto l'acquisizione di alcune sentenze definitive, tra le quali quella di condanna dell'ex delfino di Cuffaro, Mimmo Miceli, condannato per associazione mafiosa nell'ambito dell'indagine che poi portò all'incriminazione dell'ex governatore.

Il processo, che si svolge davanti alla sesta sezione della corte d'appello presieduta da Biagio Insacco, è stato rinviato al 3 aprile.

 

Anno nuovo vita vecchia alla Regione Sicilia in tema di incarichi e consulenze.

Concluso il 2011 con ben 154 incarichi conferiti per un importo di 1,586,705,00 eruo, la Sicilia si colloca in testa alla poco edificante classifica del numero di consulenze conferite dalle regioni italiane, con una media di 13 al mese. Sono i numeri delle sole consulenze della Regione, a cui, per avere un quadro complessivo anddrebbero aggiunte quelle degli enti locali, Province e Comuni.

Il 2012 non tradisce le aspettative dei clientes e dopo neanche 2 mesi sono gìà 23 le consulenze conferite dal Presidente Raffaele Lombardo e i suoi assessori, sia chiaro tutti incarichi lautamente retribuiti e spesso limitati nel tempo.

altIl dato che colpisce è la mancanza nella maggior parte  nei soggetti designati da Palazzo D'Orleans di titoli e competenze specifiche ai fine dell'espletamento degli incarichi ricevuti. 

Tra questi infatti non ci sono tecnici o autorevoli professionisti ma in gran parte figure più strettamente "politiche" tra questi: Antonino Andò ex sindaco di MessinaGiuseppe De Santis, un politico dell' Mpa fedelissimo di Lombardo che ha percepito 5,300,00 per 45 giorni chiamato per 45 giorni come "esperto alla programmazione europea"; Massimo Grillo vice coordinatore regionale dell'Fli che ha avuto ben 2 incarichi da 7,000,00 euro per 2 mesi di lavoro; Antonio Scavone ex manager della ASL di Catania che che affidò tre incarichi da 500,000,00 a Salvatore Rodonò, Cosimo Rosselli e Sebastiano Russo per migliorare l'efficienza aziendale; l'avvocato Tanina Maniscalchi chiamata "a supporto dello staff del presidente" che godeva di numerosi benefit come l'autoblu con autista e rimborsi spese da mille e una notte; o Alessandro Trezzail commissario del quasi fallito Ente Fiera del Meditarraneo che fu capace di assegnare 15 consulenze per l'ammontare di quasi 200,000,00 euro e che adesso è stato condannato dalla Corte dei conti a risarcire di tasca prooria la somma.

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La situazione quasi paradossale, visto il clima di austerity che si respira a livello politico nazionale, non è sfuggita alla Corte dei conti che all' apertura dell'anno giudiziario ha definito le consulenze inutili come "un male endemico" delle Pubbliche Amministrazioni, stigmatizzando la prassi negativa che vede affidare incarichi "generici nell'oggetto e in carenza di adeguati requisiti professionali e senza previa verifica dell'esistenza di professionalità interne". 

Adesso fioccano gli atti di citazione in giudizio e lo stato si prepara a chiedere indietro il maltolto.

Una grossa grana per il presidente della Provincia di Palermo Giovanni Avanti a cui la Corte dei conti ha chiesto un maxi risarcimento da 1,007,000,00 euro per le nomine, ritenute illegitime dai giudici contabili, dei nove componenti della sua segreteria particolare.

Il pubblico ministero Gianluca Albo ha notificato un atto di citazione in giudizio al titolare di Palazzo Comitini, il quale sarà l'unico imputato del processo che si svolgerà dinanzi la sezione giurisdizionale per la Regione Sicilia.

Giovanni Avanti, tramite il suo avvocato Alberto Stagno D'alcontres, ha presentato una memoria difensiva alla Procura presso la corte dei conti nella quale il legale del presidente scrive che quelle nomine sono legittime poichè l'ufficio staff è a composizione fiduciaria e il presidente poteva disporne "senza alcun limite numerico e con la facoltà di fare ricorso a soggetti esterni di sua fiducia senza alcun obbligo di motivare sulla necessità e sul contenuto dell'incarico".

Nell'atto di citazione il Pm spiega che il regolamento sugli incarichi del 1999 sugli enti locali prevede esplicitamente la costituzione dell'ufficio della segreteria particolare del presidente con personale interno, mentre tutti e nove i componenti dello staff di Avanti sono personale "esterno". Il giudice considera "inescusabile negligenza e leggerezza gestionale le continue e disinvolte nomine di soggetti esterni nella sgreteria particolare".

Secondo la procura inoltre "non si può scambiare un ufficio fiduciario per un ufficio arbitrario", parlando di "intollerabile trasgressione di elementari regole gestionali e individua una palese violazione dei principi di efficienza ed economicità della macchina amministrativa da parte del presidente della provincia".

L'ammontare del risarcimento deriva dal calcolo degli stipendi corrisposti a 9 collaboratori: Sabrina Lo Conte (150,608,00 euro); Riccardo Sanlorenzo (144,961,00 euro); Marcella Santoro (144,957,00 euro); Giacomo Campanella (132,000,00 euro); Marta Cusimano (132,000,00euro); Serena Guiglia (126,830,00euro); Renata Poli (90,858,00 euro); Federica Pezzano (58,272,00 euro); Giovanni Sammartino (21,087,00 euro).

La procura precisa che "nulla si contesta ai soggetti sopra citati, in quanto non viene contestato il mancato espletamento dell'incarico e pertanto non è stata ritenuta necessaria nemmeno un audizione degli stessi, ma che l'intero danno derivante dalle determine presidenziali è da addebitare al presidente Giovanni Avanti". 

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