Cronaca

Passi per l'estetica, passi per l'odore nauseabondo che ammorba l'intera città di Bagheria, passi per i roghi notturni e diurni, passi per il disastro di immagine, ma quando la spazzatura rischia di provocare danni seri e immediati alla vita delle persone, non può essere ritenuto oltremodo tollerabile.

Accade nella strada provinciale 16 Bagheria-Ventimiglia all'altezza della centralina dell'ENEL che si trova subito dopo il mercato ortofrutticolo e il deposito dei mezzi del Coinres.

Oltre cento metri lineari di spazzatura, cui già, e ripetutamente, qualcuno ha dato fuoco.

Succede però che la carreggiata si è ristretta a tal punto da consentire il passaggio di una sola autovettura, per cui chi proviene da Bagheria e va in direzione Baucina, rischia di scontrarsi proprio sulla curva con chi sopraggiunge, magari  a velocità sostenuta, dalla corsia opposta.

Stamane nel giro di dieci minuti, giusto il tempo di fare qualche foto, abbiamo visto in almeno due casi rischiare lo scontro. Prima di dovere invocare la fatalità e il destino per qualche grave incidente è possibile porre sin da subito rimedio?

E' la domanda che naturalmente facciamo a quanti sono nella posizione ed hanno titolo per potere intervenire.

P.S. Sono decine le segnalazioni che abbiamo ricevuto su questo particolare problema.

Pare che da tempo avesse problemi economici, Ivan Irrera, il poliziotto di 38 anni, in servizio alla Squadra Mobile di Palermo, che stamane si è suicidato dopo avere sparato un colpo di pistola alla testa del figlioletto di 7 anni.

Il dramma si è consumato in via P3 a Piano Stoppa:  l'uomo si è alzato all’alba, è andato nella stanzetta, ed ha sparato un colpo alla testa del bambino da distanza ravvicinata,  mentre era ancora addormentato nel lettino, poi si è puntato la pistola alla tempia e si è suicidato.

La moglie in casa ha sentito l'esplosione di due colpi di pistola e si è precipitata nella stanza del figlio: è lì che ha visto il marito, a terra morto.

Solo dopo si è accorta che il piccolo ancora nel suo lettino, era ferito alla testa e sanguinava.

Così la moglie dell'agente ha raccontato agli investigatori la tragedia.

Sembra accantonata la tesi secondo la quale l’agente si sarebbe sparato dopo essersi steso accanto al figlio e averlo colpito accidentalmente.

Irrera era steso, infatti, a terra accanto al letto e comunque i fori d’entrata dei proiettili sono incompatibili con questa ricostruzione.

Dai primi accertamenti, sembra che l’uomo era preoccupato per i problemi economici che da tempo lo assillavano: 10 anni fa era stato costretto a vendere la casa e a trasferirsi dai genitori, ma ancora non avrebbe risolto le questioni finanziarie che lo assillavano e sarebbe stato costretto a chiedere denaro in prestito per saldare i suoi debiti.

La moglie era venuta a conoscenza da poco delle preoccupazioni del marito, ma, secondo quanto ha raccontato alla polizia, non aveva capito quanto il marito, che ostentava serenità anche al lavoro, fosse depresso.

Del tutto incomprensibile la decisione di sparare al piccolo.

Le condizioni del piccolo sono molto gravi come ha spiegato Amerigo Stabile direttore area emergenza ospedale Civico di Palermo.

nella foto  tratta da gds.itla zona dove si è compiuto il dramma

 

Tragedia all'alba a Misilmeri, alle porte di Palermo. Un poliziotto della squadra mobile di 38 anni ha sparato al figlio di 7 e poi si è tolto la vita con un colpo alla tempia. 

Il bambino è stato ricoverato in gravi condizioni all'ospedale Civico. 

L'altra figlia di 14 anni, ieri notte aveva dormito in casa di parenti.

La polizia sta cercando di ricostruire il perché di una tragedia che ha sconvolto ancora una volta i poliziotti della Mobile.

E' il terzo suicidio di un investigatore che fa parte delle sezioni speciali di piazza Vittoria.

Intanto Il bambino, è stato stabilizzato e trasferito d'urgenza in neurochirurgia, doveè cominciata l'operazione per salvare il bambino.

Ma  le sue condizioni restano gravissime. 

Una rapina consumata con sistemi maneschi , se non addirittura violenti, è stata messa in atto qualche giorno fa in contrada Santoro nel territorio di Altavilla  Milicia, non lontano dal centro abitato.

La donna, M.G., altavillese di 47 anni, si trovava in casa con il figlio, quando all'improvviso si è vista parare davanti tre uomini armati e incappucciati, che erano penetrati nella villetta e che dopo averla  minacciata, strattonata, e afferrata per i capelli  è stata costretta a consegnare soldi e gioielli che teneva in casa.

La donna profondamente scossa e impaurita è stata costretta ad aderire alle richieste dei malfattori, che subito dopo il fatto si sono come volatilizzati. 

E' stata presentata denuncia alla locale stazione dei Carabinieri. Il fatto ha suscitato profonda impressione nella comunità altavillese, ancche perchè sinora i malviventi si erano 'limitati' si fa per dire, quando le case si trovavano incustodite per l'assenza dei proprietari.

A preoccupare è proprio questo salto di qualità nella delinquenza che non si ferma più davanti a nulla: si usano le armi e i modi violenti per terrorizzare le vittime.

Il sindaco Nino Parisi si rende interprete della preoccupazione e dell'allarme dei suoi concittadini :" Confidiamo nell'opera di vigilanza e tutela delle forze dell'ordine, che pur tra i limiti imposti dalla insufficienza di uomini e mezzi,  stanno facendo di tutto per garantire la nostra sicurezza"

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